Circolo polare artico: una questione molto intricata

Il Circolo polare artico si sta sciogliendo e già da qualche tempo stanno sorgendo le prime avvisaglie su chi potrà sedere leggittimamente al tavolo posato sull'immenso deposito di gas e petrolio racchiuso in uno dei più incontaminati e fragili ecosistemi del pianeta.

Adesso, che l'aumento delle temperature dipenda dal ciclo dei 1500 anni o dalla sconsideratezza umana, una cosa è certa, lo scioglimento dei ghiacci polari ha reso l'Artico più accessibile alle rotte commerciali navali, per cui ora sono in molti, paesi, multinazionali, comandi militari a sentirsi in dovere di rivendicare la competenza nel proprio settore. Gli interessi economici sono enormi ed anche la Nato, con una presenza militare, vorrebbe metterci lo zampino. Poiche gli sviluppi di quanto sta accadendo nell'Alto Nord richiedono un attento e costante esame, la regione è d' importanza strategica per la Nato e per la sicurezza dei suoi alleati.

Lo U.S. Geological Survey valuta in 90 miliardi di barili di petrolio, 44 miliardi di barili di gas liquido naturale e 1,670 trilioni di metri cubi di gas naturale, quanto è recuperabile nella congelata regione a nord del Circolo Artico. Nel contempo, l'acqua artica si sta scaldando così rapidamente che l'intera regione potrebbe essere libera dai ghiacci entro il 2013.

Già tra Russia, Canada, Stati Uniti, Danimarca, Norvegia, Svezia, Islanda e Finlandia, i Paesi che affacciano nella zona, diversamente da quanto accade per l'Antartide, il cui Trattato proibisce reclami territoriali, non c'è accordo per l'ampia distesa artica. Così le domande e le autorizzazioni, circa i diritti di perforazione e vie navigabili, sono in qualche modo oscuri.

Secondo la convenzione delle Nazioni Unite (the U.N. Convention on the Law of the Sea) sulla legge del mare, i paesi hanno diritto a zone economiche esclusive sino a 200 miglia dalle loro coste. Tuttavia, alcuni paesi stanno cercando di estendere tale zona. Gli scienziati russi vogliono provare che il fondo marino al di sotto del Polo Nord fa parte della piattaforma continentale euroasiatica, una zona denominata Lomonosov Ridge (la zolla bianca nell'immagine sopra). Se così fosse, la regione potrebbe essere sotto il controllo russo. Mosca ha sostenuto, prima di una commissione delle Nazioni Unite nel 2001, che il crinale sottomarino è una estensione del suo territorio continentale. Ma le Nazioni Unite hanno bisogno di ulteriori prove.

Gli scienziati danesi, dal canto loro, vogliono dimostrare che la Lomonosov Ridge è collegata alla Groenlandia, Canada, così si sono messi febbrilmente alla ricerca di collegamenti tra la cresta ed Ellesmere Island, in territorio canadese.

Domani inizierà una conferenza di due giorni a Reykjavek, e il Segretario generale della Nato Jaap de Hoop Scheffer, sarà presente alla riunione per tentare di provare anch'egli, nel nome dell'alleanza atlantica, "d'intrufolarsi" in qualche modo, come possibile nuovo pretendente, nella intrigata querelle da cui dipendono le sorti del mondo.

liberamente tratto da edition.cnn.com/
Immagine: benmuse.typepad.com

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