Miniera di San Jose, in Cile: nel giorno del Signore

Il crollo della piccola miniera d'oro e di rame di San Jose, nel nord del Paese, che vede intrappolati 33 minatori dal 5 agosto a circa 700 metri di profondità, si è rivelato essere, domenica 22 agosto, il più bel giorno della vita per tanti cileni, almeno tra quelli che hanno seguito la vicenda ogni giorno con apprensione.

"Lo sapevamo che erano tutti vivi", ha detto una donna, attorniata da una folla in preda ad una gioia incontenibile, dopo che la sonda li aveva individuati "e poi la notizia è arrivata di domenica, il giorno del Signore, e il miracolo si è avverato".

Difatti la sonda ha individuato i minatori in una grotta, probabilmente in un rifugio dotato di acqua e ossigeno. La stessa sonda ha poi riportato in superficie un messaggio, scritto con un lapis rosso: "Stiamo bene nel rifugio. Siamo in 33", ha letto con emozione il presidente cileno Sebastian Pinera, giunto sul luogo del disastro per la quarta volta.

Il presidente ha poi letto quanto ha scritto alla moglie il minatore più anziano del gruppo Mario Gomez:  
"Cara, grazie a Dio sto bene. Spero con pazienza e fiducia di uscire presto da qui. Sento di nuovo le trivellatrici, è un rumore bellissimo che ci avvicina alla libertà".

Mario Gomez, dice la moglie, ha lavorato come un animale in ogni tipo di miniera e situazione, dormendo all'addiaccio, al freddo, sotto i cartoni, e grazie alla sua esperienza, non avrebbe permesso ai suoi compagni di arrendersi.

Tra i minatori intrappolati nelle viscere della terra vi è pure Franklin Lobos, il quale ha giocato per 17 anni nel calcio professionistico, che ha dovuto accettare un lavoro presso la miniera di San Jose e guidare un taxi di notte per pagare le tasse universitarie alle sue figlie

Il boom industriale nel settore estrattivo che il Cile sta vivendo, impiega una tecnologia avanzata, messa in campo da grandi multinazionali, in cui i livelli di sicurezza per i minatori sono elevati. Tra queste si distinguono le canadesi Teck Resources Ltd., Kinross Gold Corp. ma soprattutto Barrick Gold Corp., la quale ha in serbo la realizzazione del meglio dei progetti sull'oro cileno, con riserve accertate di 17 milioni di once d'oro e 525 milioni di once di argento.

Il progetto, attualmente in fase di sviluppo da parte di Barrick, prevede una produzione di 750,000-775,000 once d'oro e 20 milioni di once d'argento per anno, rendendola,  nel momento in cui tutto sarà pronto e funzionante, una delle più grandi miniere d'oro del Sudamerica.

Meno bene va invece all'estrazione mineraria di tante piccole miniere disseminate in tutta la lunga striscia del paese sudamericano, dove l'inadeguatezza delle condizioni di sicurezza, duramente criticate per le misure di sicurezza e per l'arretratezza dei macchinari, sono assai alte.

A San Jose si è consumata una delle peggiori disgrazie minerarie degli ultimi decenni. L'industria mineraria, considerata una delle più sicure in Cile, la frequenza degli incidenti è diminuita nel corso degli anni, anche se ci sono stati altri incidenti e 43 morti nel 2008.

La produzione del rame in Cile occupa più di un terzo della produzione mondiale, e insieme all'oro, che è prodotto principalmente come sottoprodotto dalle operazioni di molte miniere di rame, e all'argento, di cui è il quinto produttore mondiale, forma  la spina dorsale dell'industria mineraria del paese.   

Tuttavia poichè la maggior parte delle miniere del Cile sono nella zona del deserto di Atacama, nel nord del paese, sono rimaste fortunatamente indenni (considerando che nelle vicinanze vi è la città di Concepcion, a due passi dall'epicentro del terribile terremoto di 8,8 gradi della scala Richter che ha ucciso oltre 700 persone), la zona è soggetta a rischi.
Adesso però, in attesa della liberazione dei 33 minatori viene la parte più dura. Bisognerà attendere con santa pazienza, poichè la loro prova, però, è ben lungi dall'essere conclusa. Le operazioni che seguiranno saranno molto rischiose: bisognerà scavare un tunnel attraverso mezzo miglio di roccia solida, largo abbastanza per farli uscire. 

Attraverso un sistema di comunicazione di nuova installazione, i minatori hanno avuto modo di riferire alle autorità sul come sono riusciti ad avere acqua e a mangiare con parsimonia le poche forniture che avevano.

In superficie, medici ed esperti psicologici discutono sul come mantenere sani i minatori per circa quattro mesi, il periodo occorrente per scavare un tunnel.  

Intanto si è cominciato a costruire un nuovo condotto, poichè occorre inviare loro subito acqua e alimenti. 

Fonti:  www.theglobeandmail.com - www.infomine.com - www.wealthdaily.com - www.alertnet.org - www.star-telegram.com

Immagini: internationalpbx.com - mining-journal.com

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