La corsa all'oro che non ti aspetti

La corsa all'oro degli anni 2000 non ha nulla a che vedere con la mitica corsa all'oro tra le montagne e i deserti dell'ovest nell'America del XIX secolo. Oggi, sebbene ancora all'inizio di un'era tecnologica non più vecchia di 20 anni, essa si presenta con caratteristiche differenti muovendosi inaspettatamente su altri fronti, quali, ad esempio, le quattro mura di casa nostra.

Chi non possiede o ha posseduto un computer, un telefono cellulare o un qualche aggeggio elettronico, in cui sono incorporati una miriade di metalli, molti dei quali (
oro, argento, rame, platino, iridio...), oggi godono di prezzi quasi record.

Ebbene, il fatto che poi questi oggetti diventano obsoleti nel giro di qualche anno (in Giappone, un Paese di 128 milioni di abitanti, si usa il cellulare per una media di due anni e otto mesi), trasformandosi inevitabilmente in un rifiuto elettronico (non sempre semplice da smaltire),
rende questo nuovo tipo di caccia all'oro, estremamente interessante.

La cosiddetta e-waste, proveniente dal riciclo dai componenti di telefoni cellulari, computer ed altri rifiuti elettronici, ha creato il fenomeno dell'urban mining, l'estrazione urbana che, attraverso gli
impianti di riciclaggio, trasforma in ricchezza il metallo di scarto di vecchi prodotti elettronici, un settore in crescita in tutto il mondo. 

In Giappone, il governo stima che dai telefoni sono stati prodotti 22 chili d'oro, 79 chilogrammi di argento, due chili di palladio e oltre cinque tonnellate di rame.

Ad esempio, in una semplice scheda madre d'un personal computer si possono trovare  da 0,1 a 0,2 grammi d'oro e circa tre milligrammi d'oro o di argento per ogni CD. Se si pensa che in un anno sono stati prodotti 10 miliardi di CD, si può calcolare l'entita dell'oro che è stato usato per produrre questi oggetti e quanto oro, dopo una lavorazione adeguata, si può ricavare da questo e-waste (rifiuto tecnologico)

Oppure, un semplice telefonino contiene circa 30 volte tanto la quantità d'oro che si trova in natura e nelle miniere, e a proposito delle marmitte catalitiche, ad esempio, si prevedono 25 tonnellate di platino ogni anno, molto più della richiesta mondiale.  

Tuttavia, il fatto che il procedimento per il recupero dei metalli preziosi è piuttosto  complesso, rende l'operazione economicamente vantaggiosa solo per le aziende specializzate.



Purtroppo, il rovescio della medaglia di questo rinnovato boom aureo, fa si che, come spesso accade, la caccia alle materie pregiate nelle discariche viene svolta senza alcuna precauzione per la salute, soprattutto nei Paesi poveri del mondo.

Ad ogni modo l'impennata della valutazione dell'oro sta a dimostrare che la raccolta differenziata per i rifiuti tecnologici può essere un grande affare per il portafoglio oltre che per l'ambiente.
 

La crisi di borsa e le incertezze bancarie hanno reso il ruolo dell'oro ancora una volta un bene di rifugio al riparo da ogni tempesta finanziaria, con modalità del tutto nuove, con il distributore automatico di lingotti, il Gold to go, che si può trovare, per ora solo ad Abu Dhabi, a Madrid e presso l'aeroporto di Bergamo, anche se è stato poi immediatamente chiuso in attesa delle autorizzazioni legali. 

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Immagini: thestar.com.my - thestar.com.
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