Yemen: dove l'acqua è ancora più preziosa
Probabilmente il progetto che prevede il trasporto dell'acqua del Blue Lake di Sitka, Alaska, in India, potrebbe giovare molto a quei paesi assetati del Medio Oriente, cui fa parte anche lo Yemen, che però, diversamente dai ricchi sceiccati del Golfo Persico e dell’Arabia Saudita, in quanto a solvibilità lascia un poco a desiderare.
Purtroppo, una distribuzione disomogenea sul pianeta di un bene essenziale per la vita, oltre ad una cattiva gestione idrica e ad un enorme consumo di acqua per la coltivazione del solo khat (qat), una pianta stimolante usata da secoli nel Corno d'Africa e nello Yemen, che aiuterebbe gli uomini a ritrovare l'energia perduta, ha condotto il Paese a non disporre più di Oro Blu, il che equivarrebbe a far scomparire in un sol colpo 750.000 posti di lavoro nell'agricoltura e portare la capitale Sana'a a corto di acqua entro il 2025.
Tra i motivi principali che inducono lo Yemen ad un consumo intensivo delle acque sotterranee, c'è anche la perforazione di pozzi e l'abuso della tecnologia di perforazione.
D'altronde, i pilastri dell’economia yemenita sono il petrolio e l’agricoltura, la quale domina l’economia interna, impiegando più della metà della popolazione economicamente attiva.
Questo, stando a quanto avverte un rapporto realizzato da McKinsey & Company, un'azienda internazionale di consulenza incaricata dal governo yemenita di identificare le dieci priorità governative per il prossimo decennio.
Lo Yemen non ha fiumi, cosi è per le principali fonti di acqua sotterranee e piovifere. Lo studio segnala che quasi il 90 per cento dell'acqua dolce disponibile del paese è destinata all'agricoltura.
"Sana'a, la capitale dello Yemen, situata a 2.150 metri sul livello del mare e 226 chilometri dalla costa del Mar Rosso, si trova di fronte all'esaurimento del bacino idrico sotterraneo principale che la porterà ad essere la prima città al mondo a corto di acqua entro il 2025", ha detto
Mohamed Soltan, esperto di idrologia che gestisce i bacini idrici sotterranei della città.
Immagini: blogs.ngm.com -
Purtroppo, una distribuzione disomogenea sul pianeta di un bene essenziale per la vita, oltre ad una cattiva gestione idrica e ad un enorme consumo di acqua per la coltivazione del solo khat (qat), una pianta stimolante usata da secoli nel Corno d'Africa e nello Yemen, che aiuterebbe gli uomini a ritrovare l'energia perduta, ha condotto il Paese a non disporre più di Oro Blu, il che equivarrebbe a far scomparire in un sol colpo 750.000 posti di lavoro nell'agricoltura e portare la capitale Sana'a a corto di acqua entro il 2025.
Tra i motivi principali che inducono lo Yemen ad un consumo intensivo delle acque sotterranee, c'è anche la perforazione di pozzi e l'abuso della tecnologia di perforazione.
D'altronde, i pilastri dell’economia yemenita sono il petrolio e l’agricoltura, la quale domina l’economia interna, impiegando più della metà della popolazione economicamente attiva.
Questo, stando a quanto avverte un rapporto realizzato da McKinsey & Company, un'azienda internazionale di consulenza incaricata dal governo yemenita di identificare le dieci priorità governative per il prossimo decennio.
Lo Yemen non ha fiumi, cosi è per le principali fonti di acqua sotterranee e piovifere. Lo studio segnala che quasi il 90 per cento dell'acqua dolce disponibile del paese è destinata all'agricoltura.
"Sana'a, la capitale dello Yemen, situata a 2.150 metri sul livello del mare e 226 chilometri dalla costa del Mar Rosso, si trova di fronte all'esaurimento del bacino idrico sotterraneo principale che la porterà ad essere la prima città al mondo a corto di acqua entro il 2025", ha detto
Mohamed Soltan, esperto di idrologia che gestisce i bacini idrici sotterranei della città.
Immagini: blogs.ngm.com -
Commenti
Posta un commento
Sono ben accetti commenti seri, mentre verranno cancellati i commenti offensivi e boccacceschi.