Cancun: primo giorno di lavoro alla Conferenza sul clima
La cerimonia d'apertura del più grande evento climatico dell'anno ha preso il via a Cancun in un grande albergo della città balneare. Per l'occasione erano presenti i negoziatori di 132 paesi su oltre 190, a cui si aggiungeranno dal 7 dicembre i rispettivi ministri dell'Ambiente e/o dell'Energia.
La Conferenza sul clima di Cancun, purtroppo, non sembra in grado di poter dare un forte slancio ai controversi temi climatici del nostro tempo, e sono in molti, tra i protagonisti, ad avvicinarsi al vertice con pessimismo, certi che da Cancun non uscirà niente di concreto, ma verrà tutto o molto rimandato al COP17, che si terrà tra il 28 novembre e il 9 dicembre dell'anno prossimo a Durban, in Sud Africa.
Le vie da seguire per alleviare le sofferenze del pianeta dal soffocamento dovuto dalle emissioni inquinanti, sarebbero diverse, ma già il prendere in considerazioni le due vie più percorribili, sarebbe un successo.
Una, è l'estensione del protocollo di Kyoto. Questo pone dei limiti sulla quantità di emissioni di gas serra per i paesi industriali, e le sanzioni per il superamento di esse.
La prima fase del protocollo di Kyoto si conclude nel 2012. Di conseguenza, la Conferenza di Cancun si trova a dover sopportare una maggiore pressione nel cercare un accordo sostitutivo, rispetto a Copenaghen dello scorso anno.
C'è poi la pista tracciata dalle Nazioni Unite, che mira a rafforzare l'impegno al cambiamento climatico da parte di tutti i paesi.
Circa 8,5 miliardi di dollari sono stati impegnati dai paesi industriali come parte dei 30 miliardi promessi nell'ambito dell'accordo del vertice di Copenhaghen, entro il 2012. Ma qui, dove si parla di soldoni e soldoni e IP (proprietà intellettuale) - vedere post precedente - nascono altri contrasti, in verità, molto difficili da risanare.
Immagine: blogs.worldwatch.org - www.hotelesytoursencancun.com
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