Monsoon, il nuovo libro di Robert Kaplan che Obama si è portato in tasca...

L'ammiraglio Zheng He, nato nel 1371, era un diplomatico e ammiraglio della flotta cinese, che comandava i viaggi nel sudest asiatico, Asia meridionale e Africa orientale... proprio quei luoghi, che, secondo gli esperti di geopolitica, saranno il teatro della politica mondiale del XXI secolo. Nel 1410 il grande ammiraglio ha eretto una lapide in pietra con un messaggio per il mondo nel quale "invocava la benedizione della divinità indù per un mondo di pace costruito sul commercio." L'iscrizione era in tre lingue - cinese, persiano e tamil - e il suo messaggio era assai realista.




Questo è quanto accenna Robert Kaplan, corrispondente nelle missioni internazionali del "The Atlantic", autore di numerosi articoli e saggi di geopolitica, nel suo nuovo libro "Monsoon: The Indian Ocean and the Future of American Power".

Per scrivere questo libro Kaplan, definito il Kipling dei tempi attuali, ha fatto un viaggio nell'Oceano Indiano per controllare da vicino la geopolitica regionale, ricavandone l'idea che le prospettive sull'equilibrio delle forze variano da paese a paese ma che quelle predominanti sono senz'alcun dubbio India e Cina.  

In Monsoon, Kaplan fa un esame cardine della regione dell'Oceano Indiano e dei paesi conosciuti come "Monsoon Asia", e abilmente mostra quanto sia diventato cruciale questo settore dinamico per la potenza americana nel XXI secolo. 

Il monsone è un vento ciclico, caldo, tipico dell'Oceano Indiano, che influenza profondamente il clima e determina anche i ritmi dell'agricoltura, e anche se talvolta si mostra distruttivo esso è  essenziale per la crescita e la prosperità di tanti paesi quali India, Pakistan, Cina, Indonesia, Myanmar, Oman, Sri Lanka, Bangladesh e Tanzania, e rappresenta una svolta nel bilancio globale che non può essere ignorato. 

Il Grande Oceano Indiano è largo quasi 6.200 miglia, e va dall' estremità meridionale dell'Africa e dell'Australia, coprendo 28.350 mila miglia quadrate, comprendendo il Mar Rosso e il Golfo Persico, ma anche il porto israeliano di Elat sul Mar Rosso e il vicino porto giordano di Aqaba tecnicamente parte dell'Oceano Indiano. Toccando proprio questi punti critici del globo, esso può diventare, demograficamente e strategicamente l'hub del ventunesimo secolo e, sempre secondo gli esperti e dello stesso Kaplan, sarà il luogo fondamentale per contemplare il futuro del potere degli Stati Uniti. 

Forse è per questo che il presidente Obama, nel suo recente viaggio nel sudest asiatico della scorsa settimana, mentre volava dall'India all'Indonesia (paesi nei quali Kaplan si concentra maggiormente), guardava la vastità dell'Oceano Indiano con estremo interesse, pensando a quello che sarà il centro di gravità del potere mondiale e del conflitto nei prossimi anni. E' nell'Oceano Indiano dove si svolge il grande traffico marittimo, dove si annida la pirateria, dove si controlla lo stretto di Malacca, i conflitti etnici, dove ci sarà la lotta per la democrazia, l'indipendenza energetica, e dove la libertà religiosa sarà persa o vinta. E' qui che la politica estera americana dovrà concentrarsi per far si che l'America possa restare il paese dominante in un mondo in continua evoluzione.

Immagini: cominganarchy.com/ - thebiggestnews.com/






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