Cancun: comunque vada è stato un successo per l'industria verde

Soltanto in giornata saremo in grado di capire com'è andato il vertice sul clima di Cancun (COP16). 

Da quello si pensava dovesse essere un vertice sul clima con una struttura politica, che avrebbe messo insieme 190 paesi con l'obiettivo di dipanare soprattutto le controversie sui finanziamenti per il clima, la salvaguardia delle foreste (REDD) e il prolungamento o meno del protocollo di Kyoto, si sta invece rivelando il più grande business dell'industria verde, con molte buone proposte di qualità, di cui un 40% messo in moto dai paesi asiatici (Cina, India, Corea del sud e Giappone)

E' stato previsto per il 2020 un giro d'affari di 2.300 miliardi di dollari (secondo Pew Charitable Trusts) e la creazione di 20 milioni di posti di lavoro, di cui una buona parte nel settore rifiuti.

A Cancun si spera di raggiungere un accordo sui REDD ( Reducing Emissions from Deforestation and Forest Degradation), il negoziato sulle foreste sostenuto dalle Nazioni Unite (sebbene l'arrivo nel grande albergo della città balneare dei presidenti dell'Ecuador Rafael Correa e della Bolivia Evo Morales sembra rimettere in discussione il piano), su cui è previsto un massiccio investimento, che sarebbe un grosso risultato per il Brasile, che potrebbe usufruire di parecchi miliardi per allentare la deforestazione. Secondo i dati via satellite, circa 6400 chilometri quadrati sono stati spazzati via tra l'agosto 2009 e luglio 2010 nell'Amazzonia brasiliana.

Immagine: www.uwip.org


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