Biocarburante dalle alghe: la strada da seguire

Dal Brasile agli Usa, passando anche per  Venezia, si moltiplicano i progetti che utilizzano le alghe per produrre biocarburanti ecocompatibili.  

Un team di ricercatori presso il Rochester Institute of Technology di New York sta utilizzando le  alghe che crescono negli impianti di trattamento delle acque di scarico, estraendone i composti chimici più inquinanti, per ricavarne un biocarburante in grado di ridurre l'inquinamento dei gas di scarico e ripulire le acque da batteri e tossine. Le alghe in questione sono organismi unicellulari, che hanno le caratteristiche giuste per produrre il carburante.  

"È dimostrato che le alghe hanno un alta capacità di bioremediation, in particolare verso composti tossici come nitrati e nitriti di cui i nostri fiumi sono pieni e che utilizzano per crescere – spiega Guido Bordignon, ricercatore dell’università Ca’ Foscari di Venezia, appena tornato dall’Antartide, dove si è recato “a caccia” di nuove alghe da studiare. Questi microrganismi hanno una quantità di grasso duemila volte superiore a quello della colza, una pianta utilizzata normalmente per i biocarburanti”. Ecco spiegato perché le alghe stanno prendendo sempre più spazio nell’interesse di molti Paesi e di aziende. 

"Le alghe, come materia prima rinnovabile, crescono molto più velocemente rispetto alle colture di mais o di soia" afferma Eric Lannan, che partecipa allo studio del professor Jeff Lodge del Rit                     

Il progetto del Rochester Institute of Technology, in corso da due anni, mira a fornire alle comunità rurali una tecnologia che può aiutare nel trattamento delle acque reflue, fornendo l'opportunità di sviluppo economico della produzione di biodiesel, che può alimentare macchine agricole, autobus e veicoli da cantiere, mentre i reflui depurati possono essere utilizzati negli impianti di trattamento.

Rispetto al mais, che è meglio utilizzarlo per sfamare centinaia di milioni di persone, le alghe delle acque reflue crescono più rapidamente e sono più economiche da produrre. Crescono in acqua, eliminando la necessità di vaste aree di terreni ricchi di nutrienti. Insieme con l'anidride carbonica, hanno bisogno di luce solare per produrre energia attraverso la fotosintesi, eliminando così l'utilizzo supplementare di fertilizzanti o insetticidi necessari per il mais. Pertanto, il combustibile prodotto non solo pulisce le acque reflue, ma inquinerà meno del carburante standard.

A Venezia, intanto, presto dovrebbe essere inaugurato il primo impianto pilota a biomasse da alghe da  un megawatt in grado di produrre elettricità utilizzando alghe delle acque di scarico che crescono in laguna. 



Immagine: solar.calfinder.com                               

          

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