Il futuro dell'Europa siede sull'Africa

ll futuro dell'Europa risiede in Africa, hanno detto gli scienziati alla riunione della scorsa settimana della European Geosciences Union (EGU). 

I continenti sono convergenti e per molti milioni di anni, il bordo nordico della placca tettonica africana è scesa sotto l'Europa. Poi, però, questo processo si è arrestato e la massa continentale europea ha imboccato un'altra strada. Se tutto ciò è corretto segnalerebbe l'inizio di nuova zona di subduzione - un evento raro e affascinante dal punto di vista scientifico. Sotto il Mar Mediterraneo, la roccia fredda e densa dell'estremo nord della placca africana è praticamente scivolata sotto la placca eurasiatica su cui l'Europa è seduta.

Ma la massa continentale africana era troppo leggera  per seguirne l'esempio e quindi ha cooinciato col discendere.

La convergenza lenta - di pochi centimetri l'anno - è stata in parte ostacolato dalla collisione delle due placche più a est, in Turchia, e poi dal fatto che la leggerezza del continente africano ha impedito un ulteriore subduzione. Di conseguenza, le punte della placca africana che si sono sottratte a questo lentissimo movimento, hanno interrotto l'avanzamento e sono scese verso il manto terrestre. 

Per colmare questa lacuna, le punte della placca euroasiatica si sono rivolte verso sud attraverso il Mediterraneo, così come le Isole Baleari, Corsica e Sardegna. La stessa cosa è accaduta con Creta. E i modelli al computer suggeriscono che tutto questo potrebbe essere l'avvio di una subduzione in direzione opposta rispetto al passato.

La prova supplementare viene dalle osservazioni dei terremoti. Sebbene la potenza delle zone di subduzione di generare enormi eventi è stata messa in luce una volta di più dal forte terremoto e tsunami al largo della costa giapponese, la geologia del Mediterraneo è molto diversa. 

Tuttavia, vi è una certa preoccupazione tra gli scienziati che i paesi europei stanno mettendo solo piccole somme di denaro nello sviluppo del sistema di allarme tsunami per la regione. Al meeting dell' European Geosciences Union,
 
Stefano Tinti dell'Università di Bologna, ha detto che l'UE collettivamente aveva messo solo circa 8 milioni di euro nella ricerca sullo tsunami nel corso degli ultimi cinque anni. Nello stesso periodo, la sola Germania ha finanziato il sistema di allarme indonesian per la somma di circa 55 euro.

Come dice anche Jorn Lauterjung, direttore del programma di allerta tsunami tedesco-indonesiano, per realizzare questo sistema in Europa serve solo una decisione politica perché le conoscenze tecniche non mancano. 

Anche se i terremoti  e gli tsunami che accadono nel Mediterraneo sono più piccoli di quelli del Pacifico, l'area mediterranea, specie verso est che è tra le zone più sismiche del mondo, resta sempre a rischio, sottolineano gli esperti. Eventi di magnitudo 8 sono stati registrati anche nel Mediterraneoi, come il terremoto a Creta del 1303 in cui uno tsunami ha devastato Heraklion ed Alessandria.

Questo, tanto per stare tranquilli!

Immagine: poleshift.ning.com

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