Il clima monitorato sulla cima più alta del mondo

Era stata allestita nel 2008  sul colle sud da dove partono le spedizioni per l'ultimo tratto verso la conquista della cima più alta del mondo, l'Everest. Poi le terribili condizioni meteo a quelle altitudini sull'Himalaya hanno distrutto le apparecchiature del laboratorio in alluminio e vetro a forma di piramide, realizzato dal CNR,  a 5050 metri slm. Ora, però, grazie agli alpinisti del Comitato Everest K2 CNR sono stati riparati i danni e duplicato i sensori che misurano pressione, vento, temperatura, umidità e radiazioni solari oltre a potenziare l'accumulo energetico alla trasmissione dati.

Adesso la stazione meteo più alta del mondo ha ripreso a fornire le sue preziose informazioni al sistema di monitoraggio internazionale, coadiuvato dal CNR e dalle Nazioni Unite e coordinato dal Laboratorio della piramide 
situato nella valle del Kunbu ai piedi del Monte Everest. 

Anche nella vicina India si osservano con attenzione e preoccupazione i ghiacciai dell'Himalaya, che forniscono acqua a centinaia di milioni di persone. Per fortuna i ghiacciai sembrano solo restringersi e non destinati a scomparire entro 25 anni, come temuto in precedenza. Dopo anni di osservazione si è appurato che sebbene siano 75 i ghiacciai che si riducono, seppur lentamente, gli altri restano invariati o addirittura si espandono.

Situazione da tenere sotto controllo ma non disperata. Anche la Pontificia Accademia delle Scienze raccomanda nel suo rapporto sul clima interventi rapidi ed efficaci.

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