Il vento dei gelsomini ha raggiunto la Mongolia e la Cina

Se la rivolta nel mondo arabo è partita dalla morte di un fornaio in Tunisia, nella Mongolia interna la morte di un pastore potrebbe scatenare una rivolta senza precedenti.

La Mongolia Interna cinese, dove i mongoli rappresentano solo il 20 per cento della totalità della popolazione che ammonta a 23 milioni d'individui, è attraversata sin dallo scorso 10 maggio da una rivoluzione tipo quella dei gelsomini che sta cambiando il volto dell'Africa del Nord e del mondo arabo. Ci sono state proteste in diverse città in seguito alla morte di un pastore di nome Mergen che sarebbe stato ucciso da un camionista cinese di etnia Han durante una protesta contro le attività minerarie nella loro zona. Mergen era in un gruppo di mongoli che hanno tentato di bloccare una carovana di camion che trasportava il carbone a  Xilingol.

La protesta, che è iniziata spontaneamente in un impeto di rabbia per la morte Mergen, non ha finora visto esaudite le richieste di riforme politiche o l'indipendenza. Le proteste sono state fino ad ora contro il moderno stile di vita e lo sviluppo imposto ai mongoli, un gruppo di nomadi che ama le loro praterie.

La gioventù mongola, venuta fuori dalle loro scuole e dalle università per protestare contro la morte di Mergen, sta ora protestando contro i danni diffusi al loro ambiente, ai pascoli e al loro stile di vita nomade a causa di uno sfruttamento su larga scala del carbone sul territorio attraverso miniere a cielo aperto per alimentare le centrali elettriche nel resto della Cina.

C'è stata una distruzione su larga scala dei loro pascoli a causa dello sviluppo minerario e delle infrastrutture. Il loro modo di vita nomade è stato distrutto dal modo di vita moderno portato dai cinesi Han che sono venuti dal di fuori e si sono stabiliti lì, come è accaduto in Tibet.

Il calcolo cinese che lo sviluppo economico della provincia e la prosperità che ne sarebbe derivata per rendere i mongoli più concilianti si è rivelato sbagliato.

Fonti occidentali vedono nelle relazioni delle proteste nella Mongolia interna l'inizio di una rivolta politica anti-Han. Sino ad ora, però, non sembra essere questa la questione,  poichè le proteste  non sono contro la dominazione politica ed economica Han, ma contro Pechino, che tenta di imporre alla Mongolia interna un modello di sviluppo non adatto a loro e che si sta rivelando dannoso per il modo di vivere.

Tuttavia, la speranza per la separazione dalla Cina , sembra sia troppo tardi. Gli Hans sono una maggioranza schiacciante nella Mongolia Interna e nessun movimento separatista può sperare di avere successo.

L'agenzia di stampa Xinhua ha riferito che il capo del Partito comunista della Mongolia interna Hu Chunhua,  il 27 maggio ha detto che "la rabbia del pubblico è stata immensa" e che si sarebbe incontrato con gli studenti.
Secondo il Centro informazioni degli Stati Uniti Southern Mongolian Human Rights , l'agitazione ha coinvolto migliaia di manifestanti in diverse zone. Centinaia di studenti e pastori, il 28 maggio scorso, sono scesi per le strade di Chifeng.  Le forze militari, mandate delle autorità di Hohhot, capitale della provincia, sono stati dispiegate in tutte le sedi critiche,  per isolare le scuole dal mondo esterno,  chiudendo le università nelle città di Tongliao e Ordos.

Il centro di informazione ha riferito che c'è stata una chiamata di protesta su scala provinciale "per chiedere che il governo della Cina rispetti i diritti umani, la vita e la dignità dei Mongoli in Cina e per risolvere il caso di Mergen in modo giusto ed equo".

Le autorità cinesi hanno quindi imposto severi controlli negli Internet caffè per impedire che si apprendi l'uso del computer da parte degli studenti. Ma ancora una volta, la connettività globale si sta rivelando un'arma micidiale contro qualunque tipo di repressione, confermando così che la stabilità di un regime dittatoriale oggi è solo illusoria.

Ed ora, che pure a Hong Kong si svolgono una mezza dozzina di manifestazioni ogni giorno,  "i leader cinesi", come ha detto di recente Hillary Clinton, Segretario di Stato statunitense  "sono preoccupati e cercano di fermare la Storia, ma si tratta di un'impresa inutile. Non riusciranno a farlo, ma tenteranno di frenarla il più a lungo possibile".


Immagini: www.smhric.org - beijinghikers.com

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