L'Arabia Saudita e l'energia solare

L'Arabia Saudita brucia più petrolio per produrre energia elettrica rispetto a qualsiasi dei suoi vicini GCC (Gulf Cooperation Council). Politicamente, la penisola araba è costituita da Arabia Saudita, Kuwait, Bahrein, Qatar, Emirati Arabi Uniti, il Sultanato dell'Oman, e la Repubblica dello Yemen. Insieme, questi paesi (esclusa la Repubblica dello Yemen) costituiscono il Gulf Cooperation Council (GCC).

Il direttore esecutivo della Saudi Aramco Power Systems (la più grande compagnia statale di petrolio), Ziyad Al Shiha, nel maggio scorso ha dichiarato alla stampa che l'Arabia Saudita stava bruciando 800.000 barili al giorno e che il consumo era in forte crescita.

Ora, sappiamo tutti che la penisola arabica è praticamente ricoperta da sabbia del deserto, situata all'interno della fascia equatoriale, nella cosidetta "Sun Belt", dove la radiazione solare colpisce di più la terra che in  qualsiasi altra parte del globo. In questa posizione favorevole l'Arabia Saudita riceve in media 2.200 ore chilowatt termico (kWh) di energia solare per metro quadrato di superficie tutti i giorni. Questa è una quantità abbondante di energia solare disponibile gratuitamente che aspetta solo di essere sfruttato. L'elaborazione delle politiche che avrebbero stimolato l'adozione di sistemi a energia solare e lo sviluppo di una catena di valori economici a energia solare potrebbe anche dare un contributo significativo alle sfide sociali ed ambientali che il paese affronta.
Oltre a ricevere un sacco di energia solare, il  ‘Desert Kingdom’  ha altri vantaggi competitivi per quanto riguarda la possibilità di sviluppare i mercati e la tecnologia a energia solare. La sabbia del deserto, che contiene un'alta percentuale di silicio, prodotto base per le cellule fotovoltaiche solari e dei pannelli, così come dei circuiti integrati di semiconduttori. Inoltre, l'Arabia Saudita ha una popolazione in rapida crescita, relativamente giovane e istruita, con molti che sono alla ricerca di buoni posti di lavoro e di carriere del settore privato.

Tuttavia, essendo così ricchi, con importanti investimenti in petrolio e gas naturale, l'Arabia Saudita, insieme agli altri paesi del GCC, stanno provando a resistere al forte richiamo solare.

Le ultime statistiche mostrano che il settore petrolifero rappresenta tra l'80% -90% delle entrate di bilancio del governo saudita, il 45% del PIL nazionale e il 90% dei proventi delle esportazioni totali. I proventi del petrolio saudita per il 2011 dovrebbero essere di circa 324 miliardi dollari, secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI).

L'Arabia Saudita detiene circa il 20% delle riserve accertate di petrolio del mondo, anche se alcuni esperti dell'industria petrolifera e del governo affermano che il paese ha già ha raggiunto e superato il punto di picco della produzione petrolifera.

Ora però, con la domanda mondiale di energia in tutto il mondo, che, secondo  l'Agenzia internazionale dell'energia (AIE), nel suo World Energy Outlook 2010, raddoppierà entro il 2030,  i leader sauditi e dei GCC sembrano riconsiderare le loro posizioni sull' energia solare e sulle rinnovabili, e stanno cominciando a fare alcuni investimenti nel settore.


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