Dove consegnare i nostri rifiuti elettronici prima che finiscano a Sodoma e Gomorra


La consegna del nostro rifiuto elettronico al negoziante, che è dovuto a riprenderlo, è una facoltà concessa per legge che obbliga i rivenditori al ritiro gratuito. E' il cosidetto "uno contro uno" imposto dall'Europa per incentivare il corretto smaltimento dei RAEE (o  e-waste) i rifiuti da apparecchi elettrici ed elettronici (tv, lavatrici, frigoriferi, telefonini...) tutti gli apparecchi elettrici che si hanno in casa.

Scelto il nuovo apparecchio si compila una dichiarazione e il vecchio rifiuto tecnologico comincia un viaggio che pochi conoscono, che lo porterà a trasformarsi da rifiuto in risorsa.

Ma i cittadini che non sanno che il loro rifiuto tecnologico lo possono consegnare direttamente al rivenditore, lo portano nelle varie isole ecologiche delle nostre città.  A Roma, opera in questo settore, l'Ama, l'azienda dei rifiuti ecologici del comune. In queste isole ecologiche i rifiuti vengono divisi per tipologia e quando i contenitori sono pieni partono a loro volta per gli impianti di riciclaggio, come quello di Montalto di Castro.

Dal legislatore europeo al legislatore italiano la logica è stata proprio questa: chi produce e immette sul mercato deve curarsi della vita del suo prodotto fino a quando questo prodotto non viene riciclato.
Il pagamento di questo servizio è già contemplato all'interno dei prezzi, talvolta è visibile all'interno del prezzo che si va a pagare quando diventiamo consumatori, cioè quando acquistiamo un prodotto, una piccola somma è già destinata a coprire i costi che ci saranno nell'avviamento dei prodotti al loro fine vita.

Siccome è già stato pagato, il trasporto e il trattamento del bene è a carico dei cosidetti Sistemi collettivi, i 16 consorzi creati per il riciclo dei diversi apparecchi. L'anno scorso, per merito di questi consorzi, sono stati recuperati oltre 260mila tonnellate di questi rifiuti, più di 4 chili a testa, ma un italiano ne ha prodotti ben 18 chili.

Nel primo passaggio in produzione i componenti vengono separati, il tubo catodico dagli  altri componenti, le plastiche, il rame vengono avviati a 2 cicli diversi di lavorazione, ognuno predisposto per recuperare quello che serve. Il tubo catodico è un qualcosa che deve essere trattato in maniera opportuna. La macchina lo separa dalla parte posteriore alla parte anteriore e effettua la pulizia di quello che resta all'interno del pannello dove ci sono le polveri fluorescenti. Tolte le parti pericolose i rottami entrano nei mulini, gigantesche macchine che prima tritano, poi separano le materie prime, da cui escono polveri di plastica, alluminio, materiali ferrosi.

Ma prima c'è da fare un ulteriore controllo perche di un televisore si ricicla fino al 90% del peso
Poi si trovano i componenti che sono stati rimossi dall'elettronica. Alcuni di queste sono parti che contengono anche metalli preziosi, che vengono separati nella lavorazione. Metalli che partono dall'alluminio ma possono arrivare all'oro, argento e platino. Questa merce oggi ha un valore che viene rispetto a pochi anni fa da una migliore tecnologia di separazione e del recupero materie prime e sicuramente dall'escalation delle materie prime.

Con il nostro televisore ne faranno un altro e il mercato fa chiudere il cerchio. Un ciclo virtuoso incentivato anche da una nuova direttiva europea, una revisione di quella già esistente.
Il grande cambiamento è un ulteriore incremento di obiettivi da raggiungere. In particolare
per l'Italia si tratta di passare dai 4 chili ch'erano prima l'obiettivo primario, a circa 10 chili in futuro.
Per raggiungere questo obiettivo c'è però bisogno di migliorare sia la parte di raccolta che la parte di trattamento. Anche perché, mercato a parte, tutto quello che non viene riciclato spesso va a finire in luoghi come Sodoma e Gomorra, così viene chiamato, un inferno di fumo e metallo vicino ad Accra, la capitale del Ghana. Un luogo che rappresenta un disastro ambientale e di salute che ha ampiamente raggiunto gli effetti negativi sullo stato di salute delle persone con lo scarico indiscriminato di mezzi elettronici, plastica, metallo, rifiuti domestici. In questo luogo migliaia di giovani smaltiscono a mani nude per pochi spiccioli i nostri elettrodomestici che arrivano in Africa lungo le rotte del traffico illegale dei rifiuti. Tutto viene bruciato e l'unico sistema di riciclaggio è il fuoco che avvelena l'aria, una pratica vietata dalla legge internazionale, una vergogna che ognuno di noi, restituendo i vecchi apparecchi, può contribuire a fermare.

Immagini: phuketnews.phuketindex.comblog.e-stewards.org



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