L'america poggia su una montagna di gas e petrolio


Seppure esistesse nel nord America qualche uomo di buona volontà che farebbe di tutto per convertire il suo paese ad un più cauto consumo di fossili, puntando maggiormente sulle energie rinnovabili, sapendo quanto male comporti l'uso sfrenato di gas, carbone e petrolio... ebbene, d'ora in poi possiamo dimenticarcene per sempre. Dopo anni di tremenda crisi, che ha portato il paese più potente del mondo ad importare una gran quantità di petrolio, aumentando sempre più il suo già disastrato debito estero, ora gli Stati Uniti hanno superato la crisi e si avvia a diventare un esportatore netto di petrolio, riponendo in soffitta qualsiasi idea di progettare nuove tecnologie rinnovabili, se non forse portate avanti da pochi eletti.

Eh sì, perché ora gli Stati Uniti si sono accorti di sedere su un'enorme montagna di riserve di petrolio e di gas naturale che hanno il potenziale per spostare l'equilibrio geopolitico in suo favore. Le preoccupazioni sono in aumento in Russia e negli Stati arabi che già vedono una riduzione nei prezzi di mercato.

Adesso negli Stati Uniti c'è una nuova rincorsa sul genere di quella dell'oro nel secolo XIX e succede che un'anonima cittadina del Nord Dakota, Williston, un luogo cupo della vasta prateria americana, polverosa in estate e fredda in inverno diventi una città così affollata, che ha visto la sua popolazione raddoppiare entro un breve periodo di tempo, dove i nuovi arrivati ​​spesso non sanno dove alloggiare allora si organizzano a stare in comode o spartane roulotte che, a tariffe di parcheggio mensile di circa 1.200 dollari (€ 880), non è esattamente a buon mercato. E sempre più persone continuano ad arrivare in questa città fino all'altro giorno sconosciuta ai più.

La ragione di simile afflusso è semplice: i geologi hanno scoperto uno strato di scisto saturo di gas naturale e petrolio nelle profondità della città. The Bakken formation, la formazione Bakken, che copre migliaia di chilometri quadrati, è diventato sinonimo di un miracolo economico americano che il paese non ha conosciuto da quando il petrolio sgorgava in abbondanza quasi 100 anni fa.

Il boom dello shale gas è così grandioso che le luci delle torce che bruciano nei campi di scisto nel Bakken e nel Texas’ Eagle Ford di notte sono visibili dallo spazio (immagine a dx).

Dulcis in fundo, adesso pare che una nuova formazione di scisto esaminata nel Texas potrebbe  contenere fino a 30 miliardi di barili di petrolio recuperabile in carburante, che farebbe impallidire le stima di 4,3 miliardi di barili dello scisto del Bakken formation, in Nord Dakota e i 3 miliardi di barili del Texas’ Eagle Ford.

Adesso, per chi ha a cuore la guerra alle emissioni inquinanti, salvaguardate in parte dal Protocollo di Kyoto e dall'uso (assai modesto però) dell'energia solare, energia del vento e energia geotermica... non gli resta altro che piangere!!!

Immagini:  www.spiegel.de - bittman.blogs.nytimes.com/

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