Clima: anche l'India si è impegnata

Anche l'India, dopo Stati Uniti e Cina, in vista del vertice delle Nazioni Unite a Parigi nel mese di dicembre, ha preso l'impegno di rallentare il tasso di crescita dei gas serra.

Il subcontinente indiano, terzo emettitore mondiale, ha promesso di tagliare un terzo della velocità con cui  emette gas a effetto serra nei prossimi 15 anni. Cio significa ridurre drasticamente il tasso di emissioni di anidride carbonica rispetto al prodotto interno lordo del 33-35 per cento entro il 2030 dai livelli del 2005.

Tutti i paesi sono tenuti a presentare i loro impegni nazionali di riduzione delle emissioni di carbonio oltre il 2020, noto anche come Intended Nationally Determined Contributions (INDC).  Questo documento é parte dell'esercizio concordato con i membri della convenzione lo scorso anno per delineare pubblicamente le azioni per il clima post-2020, che s'intende assumere. Questi impegni andranno a determinare in gran parte in che modo il mondo può raggiungere un patto ambizioso a basse emissioni di carbonio, resistente ai cambiamenti climatici futuri.

Nuova Delhi ha presentato il suo piano d'azione per il clima alla segreteria delle Nazioni Unite ieri l'altro. E' l'ultima grande economia a presentare dei programmi in vista del summit di Parigi, tuttavia, non si impegna a eventuali tagli assoluti delle emissioni di carbonio.

Negli Stati Uniti stanno già tagliando. Ma India e Cina non sono ancora considerati Paesi industrializzati, perciò è consentito loro (visto che da oltre un secolo l'Occidente lo ha fatto), d'inquinare ancora per qualche anno.

A mio parere dovrebbe essere che poveri e ricchi si dividono (ORA che c'è il problema) la torta in egual misura, magari qualcosina in più a chi è più grande. Non che a due, tre venga consentito di mangiare molto più degli altri perchè prima era inappetente... In India, secondo la Dichiarazione politica sul cambiamento climatico, il carbone continuerà a dominare la produzione di energia per lo sviluppo. Aumenterà, però, la quota di elettricità prodotta da fonti diverse dai combustibili fossili al 40 per cento entro il 2030.

Tra i due colossi asiatici, ancora troppo avvinti dal carbone, la Cina ha promesso che avrebbe raggiunto il picco delle emissioni entro il 2030, mentre l'India dice che la sua economia è troppo piccola e la sua gente troppo povera per accettare dei tagli assoluti dei gas serra sin d'ora.

Tuttavia, nessuno dei due Paesi adotta il Cape and trade (la Cina ha preso un impegno l'altro giorno ), che potrebbe aiutarli nel presentare al meglio la propria contabilità ambientale.

Le Nazioni Unite dicono che 146 nazioni, che rappresentano quasi il 87 per cento delle emissioni di gas serra mondiali, hanno emesso piani in fase di preparazione per Parigi. Esse comprendono tutti i membri del Group of 20, ad eccezione dell'Arabia Saudita, che teme per le sue esportazioni di petrolio.

Per gli esperti, pur se gli impegni sul clima segnano dei progressi - anche se pienamente attuati - non sarebbe sufficiente ad evitare che il pianeta si riscaldi di oltre 2 gradi Celsius (3,6 gradi Fahrenheit) entro la fine del secolo, dai tempi pre-industriali.

Il che fa comprendere che c'è bisogno di qualcosa di geniale per sistemare una volta per tutte la questione climatica. E' difficile, difficilissimo, ma se qualcosa di buono è nell'uomo, ci potrebbe magari essere qualche scienziato pazzo che, entro tempi praticabili, possa trovare la medicina giusta per guarire definitivamente il nostro bel pianeta.

By in.reuters.com - thebricspost.com

Immagine:  www.thestatesman.com


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