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Visualizzazione dei post con l'etichetta giovani

E' iniziata la Conferenza sul clima di Parigi

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Ci siamo. Inizia oggi ufficialmente la XXI Conferenza Onu sul clima che durerà 12 giorni. Il Presidente francese Hollande e il segretario generale Onu Ban Ki-moon sono arrivati a Le Bourget per dare il benvenuto ai 150 leader di tutto il  mondo che partecipano all'importante appuntamento. Ma in un certo senso il grande evento è cominciato ieri in una Place de la République piena di scarpe, circa 22 mila, posate in ordine, per terra, in un angolo della Piazza, sotto gli occhi sbalorditi d'una angelica Marianne che svetta dall'alto del monumento a lei dedicato al centro della piazza. Indossa una toga e nella mano destra tiene un ramo di ulivo mentre nella mano sinistra le tavole della legge. Tra quelle scarpe ci sono anche quelle di Papa Francesco, consegnate personalmente da un cardinale brasiliano amico del Pontefice argentino. Essendo vietata qualsiasi manifestazione, per fatti contingenti, ovviamente, le scarpe sono state posate in ordine in un angolo, a voler sotto

Dedicato a voi giovani

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Oggi desidero parlarvi di una questione che ritengo molto importante per tutti quanti noi: lo sfrenato consumismo, a cui non sappiamo resistere, sta rovinando il nostro modo di vivere. Sarà perchè non riusciamo più a stare dietro al rapido cambiamento che ci sovrasta, con innovazioni così repentine che non ci danno più il tempo di comprendere bene quello che utilizziamo, mandando a ramengo anche la nostra educazione: questo perchè la  tecnologia per tutti: smartphone, cellulari e quant'altro (oltre ai social network che mettono in piazza, purtroppo, la nostra privacy) , ha omologato, in peggio, la vita di molti.   Leggete nell'immagine sopra cosa pensava il grande Einstein della tecnologia: "Temo il giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità: il mondo sarà popolato allora da una generazione di idioti" . Non solo questo, però. Il recentissimo viaggio di Papa Francesco in America Latina dovrebbe indurci a ragionare. " Con gli scarti alimentar

Giovani, abbiate il coraggio di osare!

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Ci attendono al varco. Stanno solo aspettando di veder passare il cadavere di quello che fu il Bel Paese per poi rubarcelo definitivamente. Non ci sono riusciti per secoli ma ci hanno provato in tutti i modi col tintinnio delle lame affilate e col tuono dei cannoni. Adesso, adottando una guerra subdola, quella della finanzia, hanno trovato il il modo d'impoverirci e stanno quasi per farcela. I nostri nemici sono sempre  gli stessi, i paesi del nord Europa e la Francia, con la Germania in testa, che si fingono amici dietro lo scudo dell' Unione europea ma mirano alle meraviglie del Bel paese come han sempre fatto. Un tempo nel nostro paese c'era il dualismo tra Guelfi e Ghibellini, oggi c'è quello tra centrodestra e centrosinistra che da un ventennio, a forza di darsele tra loro, non han fatto altro che trascurare le cose più importanti, quelle che avrebbero dato più sviluppo alle imprese e più lavoro alla gente, oltre che dignità alla nazione. Ma così non è sta

I Have a Dream: il sogno dei sostenitori di Obama

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Durante il cerimoniale del giuramento per il suo secondo mandato alla guida degli Stati Uniti d'America Barak Obama ha utilizzato due bibbie. Una era la Bibbia del 16° presidente degli Stati Uniti Abraham Lincoln, che fu utilizzata durante la sua prima cerimonia inaugurale il 4 marzo 1861 (13 giorni prima dell'Unità d'Italia) , l'altra era la Bibbia personale di  Martin Luther King, quella con cui fece il suo primo sermone al Dexter Avenue Baptist Church nel 1950 e che utilizzo anche poco prima di essere assassinato nel 1968. Oggi, quando Obama assumerà l'incarico lo ha fatto presso il Lincoln Memorial, lo stesso luogo in cui 50 anni Luther King pronunciò il suo famoso " I Have a Dream " Sono molti gli americani che vedendo il loro presidente hanno ancora un sogno nella testa. Lo ha James Hansen della Columbia University e capo della NASA Goddard Institute for Space Studies in New York. Ecco cosa ha scritto sull'insediamento di Obama al su

La più grande bandiera umana del mondo

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In un grande raduno a cui hanno partecipato 24.200 giovani pakistani presso il National Hockey Stadium di  Lahore nel Punjab è stata creata la più grande bandiera umana. Il team dei rappresentanti del Guinness World Record ha annunciato che i 24.200 pakistani hanno fatto il nuovo record superando quello del 2007 stabilito ad Hong Kong l 21.726 partecipanti. L'iniziativa dei giovani si proponeva di  mostrare l'immagine pacifica del loro paese al mondo, cercando di costruire una immagine più morbida del Pakistan, con la speranza che i loro sforzi sarebbero riconosciuto dalla comunità internazionale. I partecipanti hanno detto che, nonostante il Pakistan stia attraversando alcuni momenti difficili, la loro unità doveva mostrare al mondo che nessuno dovrebbe sottovalutare la resistenza del Pakistan, che si basa su l'unità, la fede e la disciplina.  Oltre alla più grande bandiera umana, i giovani pakistani hanno battuto un altro record, stabilendo il più gra

Durban: gli strascichi della conferenza

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L'11 dicembre è stato annunciato che un nuovo accordo era stato raggiunto, ma che non sarebbe stato chiaramente formulato fino al 2015 e non implementato fino al 2020. Questo risultato della conferenza di Durban era quasi prevedibile, considerando gli interessi contrastanti degli stati capitalisti industrializzati e le economie emergenti di Cina, India e Brasile, tra gli altri. Si pensava che la Conferenza avrebbe portato tutti gli Stati a mettersi d'accordo per limitare la rapidità del riscaldamento globale, che molti citano come causa dei problemi crescenti di disastri naturali, siccità e deficit alimentare. Ma così non è stato. Quello di cui si sa poco però è che  sulla collina di KwaZulu-Natal University si è tenuto un controvertice tenuto da  “ People’s Space ” una comunità di giovani, sindacalisti, attivisti della comunità che hanno inscenato il Global Action Day, una mobilitazione di massa che ha marciato alla Conferenza COP 17 con un programma di base legato all

Sangue libico

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Giovani libici, che siano berberi delle montagne, islamici, ragazzi di città poco importa, purchè riescano a sconfiggere il male che sta logorando un Paese che si avviava lentamente ad essere moderno ma che un tiranno crudele, malvagio, vanaglorioso come pochi ce ne sono stati nella storia dell'umanità, sta conducendo inesorabilmente alla rovina totale. Migliaia di giovani che hanno dato la vita per stanare questo serpente il cui unico scopo è quello di mantenersi in vita mandando avanti i suoi uomini utilizzando il denaro che ha accumulato in più di 40 anni di potere. Un uomo che definire tale è un azzardo, abituato a servirsi delle vite altrui come fossero soldati giocattoli, disprezzandoli finanche, specie se sono di colore. Un uomo avido, vanesio, amante delle vita e dei bagordi che si è sempre creduto un Dio in terra e che merita una fine, per quanto nei canoni della giustiza, miserevole.  Peccato però che sinora, anche se i ribelli libici hanno invaso la roccaforte di Muamm

Crisi economica: addio, vecchio continente!

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Sulle recenti sommosse di Londra che hanno visto tanti giovani scendere nelle piazze molti dicono che hanno trovato una scusa per rubare, che non è una protesta e che sono dei ladri. Giovani, insomma, non animati da una passione ne da un motivo, ma d'un qualcosa fine a se stessa Questa generazione di adolescenti pensa di non essere compresa nei ranghi e pensa che saccheggiare sia un modo divertente per ribellarsi. Ma ad un certo punto bisogna trarre delle conclusioni. Bisogna capire la differenza tra spingere al limite  e oltrepassarlo quel limite. Le sommosse di Londra e delle altre città inglesi, più che quelle avutesi in Nord Africa e in Siria, sono un triste risvolto della cultura occidentale alle prese con la crisi del debito che continua a mordere. Certamente le sommosse sono  state commesse per lo più da criminali ma allo stesso tempo ciò che è accaduto ha sollevato delle istanze sociali di cui doversi occupare. La pensa così anche un giovane londinese impiegato nell

O ci mettiamo tutti a sfasciare vetrine, oppure...

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O ci mettiamo tutti a sfasciare vetrine, negozi, centri commerciali con mazze da baseball, catene, spranghe, dando fuoco a automobili, cassonetti dei rifiuti, motorini e quant'altro, con l'unico scopo di distruggere ogni cosa che ci capita a tiro, guereggiando con le forze dell'ordine che hanno l'ingrato compito di riportare l'ordine, o ritorniamo in noi e affrontiamo meno nervosamente la questione. Nel primo caso, quello che ci aspetta è solo la distruzione di ogni cosa, il baratro che ci risucchia nel vortice di una violenza senza fine che apparentemente sembra giustificabile, o altrimenti affrontiamo il problema di petto e lo risolviamo con i mezzi che questa società ci mette a disposizione: comunicazione e mercati . Io sono per quest'ultima ipotesi. Viviamo in una società capilistica, probabilmente con qualche difetto, visto che, da come si può vedere in questa crisi economica, sono i mercati a comandare più che gli uomini volenterosi. Quanto accaduto

Sveglia mondo! Aprite gli occhi voi potenti, politici, scienziati...

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L'umanità è ormai allo sbando. Perchè se così non fosse, lo stile di vita che conduciamo sarebbe di tutt'altro tenore. Quello che mi lascia sconcertato è che pure esimi studiosi, scienziati, letterati, esperti siano caduti nell'inganno che la società attuale ci propone. Noi nati nel XX secolo, guerre a parte, ma soprattutto coloro nati nel secolo XXI , dobbiamo ritenerci fortunati di aver conosciuto, usato e apprezzato le comodità che la Scienza ci ha dato. Purtroppo però, siamo talmente ingordi di queste comodità che non siamo più capaci di distinguere ma soprattutto di comprendere, che tutto quello che desideriamo e vogliamo ha un costo, un costo elevato da pagare che sta mettendo a repentaglio non tanto la vita nostra ma quella dei nostri figli e ancor di più dei figli dei nostri figli. La maggioranza di costoro, ahimè, già sta vivendo in maniera gravosa il problema del lavoro, e non saprà mai cosa potrà significare domani avere una pensione. Assistiamo impotenti