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Il nostro Paese faccia tutto il possibile per salvare i nostri marò

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Per l'ennesima volta la giustizia indiana, nonostante la mobilitazione internazionale e il pressing dei nostri diplomatici, ha rimandato di circa tre mesi la sentenza sui ricorsi presentati dall'Italia in difesa della giurisdizione nazionale e della immunità funzionale dei due fucilieri della Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati dell'omicidio di due pescatori. Proprio oggi i due marò avevano presentato al Tribunale del Kerala una richiesta di permesso per rientrare in patria durante le feste natalizie per poter partecipare ad una cerimonia ed a una messa speciale organizzata dalle loro famiglie che non vedono ormai da circa un anno. Ma a quanto pare ciò non sarà possibile. La  decisione finale verrà presa martedì, comunque non si capisce la rigidità indiana in questo contesto, pur sapendo che nell'ambito della pirateria le infiltrazioni dei pirati e le complicità locali sono enormi. Come dire, erano veri pescatori i due uccisi? E se lo erano, n

Pirateria: speriamo che l'India faccia il suo dovere

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Salviamo i nostri marò Questo post è dedicato ai due marò italiani detenuti in India Massimiliano Latorre e Salvatore Girone Un tempo, nel secolo XVI, la pirateria in alto mare era considerata come un'attività legittima che aveva contribuito alla crescita delle potenze europee. Difatti, il termine "corsaro", descrive un pirata al servizio del regno / stato. Oggi, la pirateria è riconosciuta come una delle più grandi minacce per l'economia globale. Secondo una stima, il commercio marittimo internazionale rappresentava circa il 95% di tutto il commercio globale ed è stato valutato a 14 trilioni (14 con 11 zeri) di dollari nel 2010. Con la sua elevata prevalenza in tutto il Corno d'Africa e lo Stretto di Malacca, la pirateria rappresenta un rischio per la rinascita economica della Cina e dell'India. Situato tra il Corno e lo Stretto, quasi il 90% (in volume) e il 77% (in valore) del commercio mondiale avviene via mare in India, che è particolarmente vuln