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Il pozzo Zohr, il più grande giacimento di gas offshore del Mediterraneo

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L' ENI ha scoperto un giacimento di gas naturale in offshore egiziano, probabilmente, una delle maggiori scoperte di gas naturale a livello mondiale e il più grande del Mediterraneo, superando di gran lunga il giacimento israeliano Leviathan . La scoperta è avvenuta presso il prospetto esplorativo denominato pozzo Zohr e può garantire fino a 850 MLD di metri cubi di gas naturale ( 30 trilioni di piedi cubi di gas ), una quantità equivalente a 5 miliardi e mezzo di barili di petrolio. Tanto per dare un'idea, Leviathan ha riserve recuperabili di 17 miliardi di metri cubi di gas pari a 1,6 miliardi di barili equivalenti di petrolio mentre l'offshore cipriota Aphrodite , sempre nel Mediterraneo orientale, vanta riserve stimate di 7 miliardi di metri cubi...  Una scoperta epocale per ENI , che estrae nell'area del Mediterraneo in cui da gennaio 2014 fa attività di esplorazione offshore. Il pozzo Zohr si trova a 1,450m (4.757 piedi) in profondità e copre un'

Palmyra, la mitica città dell'imperatrice Zenobia

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Nelle case distrutte dell'antica Palmyra sventolano orgogliosamente le bandiere nere dello Stato Islamico. Anche sui templi della citta incantata, della sposa del deserto, come fu sopranominata, sventolano le bandiere nere. I combattenti dell'IS hanno preso Palmyra, distruggendo alcune moderne statue di gesso e sollevando la loro bandiera sull'antico castello che domina le rovine romane. I suoi resti antichi, invece, saranno, probabilmente, rivenduti all'Occidente, riempendo le loro casse, così con il petrolio e il gas dei suoi giacimenti. Palmyra significa avere il controllo di tutti i valichi principali tra l'Irak e la Siria e il controllo dell'unica via di accesso a sud ovest, su Damasco, dove il il presidente siriano Assad è come assediato nella sua capitale. E come se non bastasse, con la dovuta amplificazione che si da alla notizia, parte integrante della strategia, l'ISIS alza la posta, annunciando un attacco nel cuore dell'America, un'

Blue economy: a che punto siamo ? ( 3 )

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Blue economy nella Ue e in Italia La sostenibilità è un elemento chiave della politica marittima della UE. Sfruttati in modo sostenibile i nostri mari e gli oceani hanno un potenziale enorme per promuovere l'innovazione, contribuendo alla crescita della economia marina in tutta Europa. Le stime parlano di creazione di un milione e mezzo di nuovi posti di lavoro entro il 2020 in Europa.  L'idea non è male. Se il target verrà centrato potremo approfittare di mari e oceani sani che danno un lavoro sostenibile a tanti giovani. Se non ci si riesce, potremmo mettere questa preziosa risorsa a rischio e la UE non avrà saputo sfruttare la nuova economia blu. Ma io, che penso positivo, dico che andrà bene: la politica marittima è ora una parte essenziale del lavoro collettivo dell'Unione europea. Immigrazione compresa! (eppoi...non si possono più sentire notizie che parlano di naufragi, morte e disperazione... Quando ascolteremo dai media argomenti diversi, che parlano di

Sale il "debito ecologico" dell'Italia

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Global Footprint Network ha lanciato il suo Mediterranean initiative per portare in realtà dei vincoli ecologici al centro del dibattito politico del Mediterraneo, e per supportare i responsabili con strumenti  che li aiuteranno a valutare la politica di compromessi. Questi strumenti consentiranno agli analisti di politica e i responsabili di identificare più pienamente i rischi che le risorse e i limiti degli ecosistemi pongono all'economia dei loro paesi, al benessere economico e sociale. In questo rapporto si esamina la natura delle tendenze delle richieste che i residenti nella regione del Mediterraneo stanno ponendo sul patrimonio ecologico della Terra Per quanto riguarda il nostro Paese, c'è da dire che gli italiani sono quelli che usano più risorse rispetto alle capacità dell'ambiente naturale di rigenerarle.  Questa la conclusione dell'ultimo rapporto del Global footprint network dal titolo  " Mediterranean Ecological Footprint Trends &quo

Mediterraneo: alla ricerca dei canyon sottomarini

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Come si è detto nel post precedente, i mari del mondo, che occupano il 71 per cento della superficie terrestre,  rimangono in gran parte  ancora sconosciuti al genere umano. E questo vale anche per il Mare Nostrum. Ora, la spedizione CUMECS, che è una crociera di ricerca, finanziato da EUROFLEETS, ha in progetto di studiare una regione scarsamente esplorata del Mediterraneo conosciuta come Malta-Sicily Escarpment (scarpata Malta-Sicilia). La Malta-Sicily Escarpment consiste di un passo di 3 km di altezza che separail bacino Mediterraneo occidentale dall'orientale. Questa regione è importante perché è un passaggio per lo scambio di masse d'acqua a densità differenziata tra il Mar Mediterraneo occidentale e orientale. Indagini preliminari di mappe di qualità esistenti bassi fondali del Malta-Sicily Escarpment dimostrano che questa caratteristica ha inciso con numerosi canyon sottomarini, nonostante il fatto che la scarpata è stata isolata da apporti di sedimenti fluviali e

Salvare il Mediterraneo dalle specie esotiche invasive

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I metodi di riduzione dei rischi ambientali di specie esotiche invasive trasferite attraverso l'acqua di zavorra delle navi nel Mar Mediterraneo sono stati discussi durante il corso di formazione Safe Med II Project. Anche se l'acqua di zavorra aumenta la sicurezza e l'efficienza delle operazioni delle navi, soprattutto in porto, questa pratica rischia di spostare le specie marine in tutto il mondo, ponendo seri problemi ecologici, economici e sanitari. The Ballast Water Management Convention, ratificato da 28 paesi che dovrebbe entrare in vigore nel corso dei prossimi due anni, offre una serie di misure internazionali per ridurre al minimo la traslocazione di specie marine attraverso l'acqua di zavorra Il coordinatore del Safe Med Project  Jonathan Pace  ha dichiarato: " Impedire il trasferimento delle specie marine è una responsabilità globale, che necessita di uno sforzo coordinato da parte delle amministrazioni dei governi di tutto il mondo .&

Mediterraneo: il giacimento di gas che fa tremare il mondo

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Sembra che l'ostilità che intercorre tra il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ed Obama abbia delle ragioni risalenti al luglio del 2011, quando Israele si stava preparando a presentare alle Nazioni Unite una sua proposta riguardo la ratifica della Convenzione del 1982 sul diritto dei mari del mondo, che contempla i diritti minerari sottomarini, mai ratificato né da Israele ma neppure dagli Stati Uniti. Allo stesso tempo, Frederick Hof, il diplomatico statunitense responsabile per gli affari speciali per quanto riguarda la Siria e il Libano, ha detto in Libano, che l'amministrazione Obama aveva approvato il documento libanese. Questo si è aggiunto alle crescenti tensioni segnalate dallo scoppio della Primavera araba tra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e Obama. Il giacimento di gas è stato scoperto nel mese di ottobre 2010 e Israele ha dichiarato la sua zona economica esclusiva (ZEE).

Gas che scarseggia, clima sfavorevole, tanta politica e...

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Un febbraio così terribile dal punto di vista climatico non si vedeva da lungo tempo. Il gelo che sta colpendo gran parte dell'Europa sta avendo effetti devastanti sulla produzione di prodotti ortofrutticoli e sui rifornimenti energetici. Sul rifornimento energetico in Italia è intanto scattato il piano d'emergenza del ministero dello sviluppo economico che per contenere la fortissima utilizzazione di gas che ha raggiunto i livelli massimi, prevede di mettere in esercizio le centrali elettriche ad olio combustibile, nonostante il consumo di gas è aumentato di circa il 40%, rispetto ad un anno fa. Per il momento le utenze domestiche saranno dispensate da questo provvedimento. Da giovedì, però, potranno staccare i distacchi  per alcune aziende con contratti di fornitura che prevedono queste eventualità in caso di emergenza, Sono tre le grandi direttrici di rifornimento per il gas in Italia: il nord Europa, la Russia e il nord Africa. La Russia ha però deciso di ridurre di c

Tensione nel Mediterraneo orientale tra Cipro e Turchia

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Il Mediterraneo, già al centro dell'attenzione mondiale per la forte discrepanza che caratterizza i popoli che abitano sulle sue coste sia a nord, nel vecchio continente che a sud, nel nord Africa, rischia di diventare protagonista di un ennesimo braccio di ferro tra Turchia e Cipro, in una disputa sull'energia che potrebbe danneggiare ulteriormente l'offerta travagliata di Ankara di entrare nell'Unione Europea, cosa che non disturberebbe la Francia contraria all'ingresso della Turchia nel blocco europeo. Dopo il rifiuto di Nicosia di fermare le trivellazioni in collaborazione con lo stato d'Israele, alla ricerca di giacimenti di gas al largo delle coste, il premier turco Erdogan ha detto che molto presto Ankara inizierà le sue prospezioni nel braccio di mare della Repubblica turca di Cipro, nella parte settentrionale dell'isola, entità riconosciuta solo dalla Turchia, mentre non intrattiene rapporti diplomatici con il resto di Cipro, Stato membro dell'

L'isola venuta dal nulla

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Apparve come per magia davanti gli occhi di pescatori increduli. Erano le 7 e un quarto del mattino del 14 novembre 1963. A  circa 32 km dalla costa sud dell'Islanda emerse dalle acque un vulcano, che in una sola notte si trasformò in un'isola, battezzata Surtsey , l'isola di Surtur, il dio vichingo del fuoco. Un mese e mezzo dopo un'altra eruzione sottomarina fece comparire altre due piccole isole, destinate a scomparire nel giro di qualche mese. Nei primi tre, quattro anni, la trasformazione dell'isola venuta dal nulla è molto movimentata, finchè, con l'ultima vera eruzione  nell'agosto del 1966, la composizione dell'isola si stabilizza ma solo il 5 giugno dell'anno seguente si ferma definitivamente, misurando 2,7 chilometri quadrati, all'incirca due volte il Principato di Monaco. In quelle eruzioni l'energia emessa è stata pari a 250 volte la bomba atomica sganciata su Hiroshima. Con il passare del tempo sull'isola comincia la vi

Referendum, nucleare, effetto serra e il risveglio dei vulcani

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Sebbene io sia favorevole al nucleare, forse è meglio che sia andato così il referendum, anche se ciò comporterà inevitabilmente ad un aumento dei combustibili fossili, prima che le energie rinnovabili, delle quali il governo si occuperà più largamente, possano mostrare la loro piena capacità. Ma so anche che i combustibili fossil i (gas e carbone) sono gli artefici dell'effetto serra che sta ingabbiando il nostro pianeta e ciò potrebbe causare effetti disastrosi anche nel nostro paese. Inoltre, se mi metto a pensare a quello che sarebbe potuto accadere qualora qualche mostruoso evento della natura, mai così frequenti come negli ultimi tempi, prendesse di mira il Mediterraneo, un semplice lago rispetto agli oceani... beh, un brivido mi corre lungo la schiena. Allora, mi fa essere ancora più contento che il si abbia prevalso sul no , a proposito del refrendum sul nucleare. Ora facciamo un esempio: se mettiamo a bollire sul fuoco due pentole, una grande, che rappresenta l'

Il futuro dell'Europa siede sull'Africa

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ll futuro dell'Europa risiede in Africa, hanno detto gli scienziati alla riunione della scorsa settimana della European Geosciences Union (EGU).  I continenti sono convergenti e per molti milioni di anni, il bordo nordico della placca tettonica africana è scesa sotto l'Europa. Poi, però, questo processo si è arrestato e la massa continentale europea ha imboccato un'altra strada. Se tutto ciò è corretto segnalerebbe l'inizio di nuova zona di subduzione - un evento raro e affascinante dal punto di vista scientifico. Sotto il Mar Mediterraneo, la roccia fredda e densa dell'estremo nord della placca africana è praticamente scivolata sotto la placca eurasiatica su cui l'Europa è seduta. Ma la massa continentale africana era troppo leggera  per seguirne l'esempio e quindi ha cooinciato col discendere. La convergenza lenta - di pochi centimetri l'anno - è stata in parte ostacolato dalla collisione delle due placche più a est, in Turchia, e poi dal fatto

L'alba del nuovo impero - 4

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Quanto sta accadendo in Nord Africa, ma anche nel Medio Oriente e nella penisola arabica, dove la rivolta del popolo ha infiammato le piazze e le strade di molte capitali, è senza dubbio una vicenda epocale di proporzioni  gigantesche che, per la sua imprevedibilità, ha spiazzato l'intera comunità mondiale, oltre che il sottoscritto blogger, impegnato nella stesura de "L'alba del nuovo impero ", da cui però prende spunto per farne, almeno nella prima parte del presente post, il prologo ideale a tutto il discorso che si sta facendo da un po' di tempo. Questa rivolta dei poveri che chiedono dignità e pane, è nata in Tunisia nel momento in cui un giovane ambulante, che vendeva frutta e verdura per le strade col  suo carrettino, si è trovato a dover discutere con dei zelanti tutori dell'ordine, i quali servendosi di regolamenti, multe e vessazioni lo hanno condotto a compiere l'estremo sacrificio, appiccandosi fuoco con  la benzina e morendo così tra atroc

Libia: almeno questo, noi italiani sappiamo farlo bene!

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Mentre gli USA tentennano nell'applicare la " no fly zone ", anche perchè bisognerebbe neutralizzare l'artiglieria antiaerea libica - e questo varrebbe già come un'azione militare, c'è il timore di far sprofondare la Libia nel caos trasformandola in una gigantesca Somalia.  Da Il Cairo i ministri degli esteri della Lega Araba avvertono che nessun intervento straniero sarà tollerato ma si potrebbe applicare una zona d'intermediazione aerea in Libia assieme all' Unione africana. Intanto navi da guerra di vari paesi occidentali si dirigono verso la Libia. Tra esse, 3 navi americane, il  cacciatorpediniere USS Barry , attualmente nella parte sud occidentale del Mediterraneo, e le navi d'assalto anfibio degli Stati Uniti  la USS Kearsarge (nell'immagine) e la [USS] Ponce che hanno raggiunto il Mediterraneo attraverso il Canale di Suez per posizionarsi al largo delle coste libiche - compresa la sua capitale , Tripoli.   Più di 200 anni

Che fine hanno fatto le navi iraniane che hanno attraversato il Canale di Suez?

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Chissà, forse avrà un collegamento con la costruzione della linea ferroviaria nel corridoio Europa - Medio Oriente - Asia meridionale di cui ho fatto cenno nel post precedente , il fatto delle due navi iraniane, Khark e Alvand , che hanno attraversato il canale di Suez nei giorni scorsi. Come si sa il Canale è gestito ieri come oggi dalle autorità egiziane, e per la prima volta dopo la vittoria della rivoluzione islamica in Iran del 1979 è stato acconsentito a navi iraniane di attraversarlo, per entrare nel Mediterraneo . Ora le due navi sono attraccate nel porto siriano di Lattakia e secondo il Comandante della Marina Militare iraniana Ammiraglio Habibollah Sayyar, che è in visita ufficiale di sei giorni in Siria a capo di una delegazione di autorità militari, l 'Iran è pronto per la costruzione di frangiflutti, banchine e strutture portuali in Siria. " L'esercito iraniano è in grado di svolgere la cooperazione militare con la Siria in materia di formazione e

Libia: che sarà dopo?

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Pazzesco, inumano, orribile, mostruoso quello che sta accadendo a due passi da noi.   Purtroppo la mancanza di giornalisti rendono le notizie che giungono dalla Libia discordanti e contraddittorie, ma se sono vere quelle che filtrano da più parti, la situazione è del tutto fuori controllo. Si parla di gente dilaniata, senza braccia, senza gambe, senza torace giunta negli ospedali per farsi curare e fatta poi a pezzi dai feroci mercenari provenienti dall'area subsahariana armati di machete, che hanno messo in mostra "l'inferno sulla terra".   Si parla di 10mila morti e di fosse comuni sulla spiaggia di Tripoli, lo documentano alcune immagini raccappriccianti che i telegiornali lasciano scorrere sullo schermo... Insomma, una situazione esplosiva di un mondo che sta aprendo gli occhi con il miraggio d'una vita migliore -si spera - che dovrebbe creare grande preoccupazione alla Comunità mondiale, specialmente a quella europea, divisa dall'area febbricitant

Libia: allarme nel Mediterraneo?

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Sulla tremenda questione libica, che fa capire quanto complicata sia diventata l'area mediterranea, l'Alto Commissario Onu per i diritti umani ha chiesto un'inchiesta internazionale sulla repressione contro i manifestanti antigovernativi, fatta con attacchi sistematici su larga scala che possono equivalere a crimini contro l'umanità. Secondo le notizie il regime, coi suoi battaglioni della sicurezza, controlla ormai solo Tripoli, dove sembra si stiano usando armi pesanti per reprimere le proteste, mentre ad oriente, in Cirenaica, tra Bengasi e Tobruk, la parte tradizionalmente meno favorevole nei confronti di Gheddafi, ma sino all'altro giorno obbediente, spira un vento tribale e sembra avviarsi a diventare una provincia autonoma. Qui si è vicini  all'Egitto, l'altra grande nazione araba su cui si è abbattuto il vento (man mano diventato uragano) dei Gelsomini. Probabilmente è la parte più esposta alle infiltrazioni dell'estremismo islamico, anche maga

Il fresco profumo di libertà emesso dai gelsomini s'irradia nell'Africa del nord

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Il gelsomino è un arbusto rampicante con rami flessibili e sottili, ricadenti, che portano  grandi foglie e  fiori  bianchi, gialli o rosati molto profumati. La pianta è considerata la "regina della notte" e non emana il suo profumo durante il giorno.  Dalle colline  che guardano il mare Mediterraneo disseminate di buganvillee, il profumo  intenso e fresco del  gelsomino aleggia nell'aria , rivitalizzando  il popolo tunisino, sceso in piazza a manifestare lo scontento, sin giù al sud, dove comincia il deserto. Sebbene la violenza di questi ultimi tempi sia cominciata in Egitto con l'attentato autobomba di Alessandria sui cristiani copti, ad innescare la rivoluzione dei gelsomini è stata proprio la marcia di protesta contro il caro vita, la fame, la disperazione, la dittatura, la corruzione dei giovani tunisini. Il vento dei gelsomini è così forte che ha creato in breve tempo cinque, sei crisi simultanee  sul Mediterraneo, raggiungendo, seppur con ventate non

Israele: trovata una statua antica romana

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Il passato, prima o poi, raffiora sempre. Trovata da un passante una statua in marmo di epoca romana, risalente all'occupazione romana della Giudea tra i 1800 e 2000 anni fa.      E' accaduto in Israele, subito dopo una grande tempesta , che ha fatto crollare una rupe, nella città portuale  di Ashkelon , sul Mediterraneo. Alla statua manca la testa e le braccia, anche se ha " curati in ogni dettaglio " i  sandali, ha detto Yoli Shwartz, portavoce della Israel Antiquities Authority. La statua ora è stata rimossa dal sito per essere studiata prima di esporla in un museo in Israele. Recuperate nello stesso luogo anche frammenti di un bagno pubblico romano e dei mosaici. Immagine: www.msnbc.msn.com/  

Ostaggi eritrei nel deserto del Sinai: che si fa ? Si lasciano morire così ?!

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All'inizio erano un'ottantina. Tre di loro sarebbero stati uccisi perchè le loro famiglie hanno confermato ai rapitori che non erano in grado di pagare gli aggiuntivi 8000 dollari (gli ostaggi avevano già pagato 2000 dollari) al riscatto richiesto dai trafficanti beduini.  Altri tre sono stati eliminati perchè, assieme ad altri 9 hanno tentato di fuggire dalla prigione del campo, realizzata in appositi contenitori emananti una temperatura bestiale, costruiti appositamente da più di un mese, alla periferia di una città nel Sinai, al confine tra Egitto e Israele. . I loro rapitori chiedono il pagamento di 8000 doolari a testa prima di rilasciarli, e nel frattempo li stanno trattando in maniera estremamente degradante e inumana.  Chi non ha i soldi può pagare con l’espianto di un rene.  Molti di questi profughi africani sono incatenati, non mangiano da qualche giorno, viene data loro acqua da bere salata, vengono percossi, torturati con metodi estremi, compreso scosse ele