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La nuova guerra fredda in nome del gas

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La nuova guerra fredda tra Russia e Occidente segue una logica, che più trasparente non si può. I rapporti tra il Cremlino e Washington coi in suoi alleati, sono così tesi che Putin stoppa la realizzazione del gasdotto South Stream: 600 chilometri di tubi dalla costa russa del Mar Nero attraverso la Bulgaria e poi i Balcani il confine tra Italia, Austria e Slovenia  per portare a noi europei 63 milioni di metri cubi di gas naturale l'anno, estratto nella lontana Siberia. Sout Stream è un progetto russo, francese, tedesco con l'Italiana Saipem (ENI), impegnata nella costruzione del tratto sottomarino di South Stream, nel Mar Nero, che oggi in Borsa ha perso il 10 per cento.  Lo stop voluto da Putin, e la situazione in Ucraina, diventata terra di contesa tra i due schieramenti, da cui sono derivate le sanzioni dell'Occidente, stanno colpendo duramente l'economia russa, con il rublo in discesa e taglio drastico alle stime di crescita. Il crollo del rublo e delle quotazi

Il futuro dell'oro nero sarà trattato a Vienna

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Il mondo sull'orlo di una guerra dei prezzi sul petrolio. La notizia è questa. Le aspettative per la riunione Opec del mese prossimo pesano molto sul mercato del petrolio. La riunione si svolgerà in un contesto di dissenso tra due blocchi di potere in un'organizzazione che controlla la linfa vitale dell'economia globale. Un gruppo segreto dei più potenti ministri petrolifere del mondo, dice Andrew Critchlow , giornalista per il Telegraph Media Group , si riunirà a Vienna per prendere probabilmente una delle decisioni più importanti che potrebbero influenzare l'economia mondiale ancora fragile: se tagliare la produzione di greggio per difendere i prezzi a 100 dollari al barile, o tenere aperti i rubinetti con l'inverno che si profila tra le più grandi nazioni che consumano energia. Un crollo improvviso del prezzo del greggio ha messo in luce profonde divisioni in seno all'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec) prima della sua riunione

Mediterraneo: il giacimento di gas che fa tremare il mondo

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Sembra che l'ostilità che intercorre tra il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ed Obama abbia delle ragioni risalenti al luglio del 2011, quando Israele si stava preparando a presentare alle Nazioni Unite una sua proposta riguardo la ratifica della Convenzione del 1982 sul diritto dei mari del mondo, che contempla i diritti minerari sottomarini, mai ratificato né da Israele ma neppure dagli Stati Uniti. Allo stesso tempo, Frederick Hof, il diplomatico statunitense responsabile per gli affari speciali per quanto riguarda la Siria e il Libano, ha detto in Libano, che l'amministrazione Obama aveva approvato il documento libanese. Questo si è aggiunto alle crescenti tensioni segnalate dallo scoppio della Primavera araba tra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e Obama. Il giacimento di gas è stato scoperto nel mese di ottobre 2010 e Israele ha dichiarato la sua zona economica esclusiva (ZEE).