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Qual è l'onda più alta mai registrata sulla Terra?

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Nel luglio 1958, un terremoto di magnitudo 8,3 alla faglia di Fairweather  (una faglia trasformata attiva che segna il confine tra la placca nordamericana e la placca pacifica) scosse la costa meridionale dell'Alaska. L'evento di scuotimento del suolo ha causato una massiccia frana nella vicina baia di Lituya, che ha innescato un devastante tsunami che ha squarciato lo stretto specchio d'acqua e ha ucciso cinque persone. L'onda colossale ha livellato gli alberi sui ripidi pendii che circondano la baia fino a un'altezza massima di 1.719 piedi (524 metri) sul livello del mare, superiore all'Empire State Building di New York (che si trova a 1.454 piedi, o 443 m). Questa è nota come altezza di rincorsa, o l'altezza che l'onda raggiunge dopo essere atterrata. " È la più grande ondata mai registrata e testimoniata da testimoni oculari ", ha detto a Hermann Fritz, professore di ingegneria civile e ambientale presso il Georgia Institute of Technology,

Al via la creazione della prima mappa completa di tutti gli oceani del mondo

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La prima mappatura completa del fondo oceanico sta creando controversie. Le mappe di queste profondità acquatiche potrebbero trasformare l'oceanografia, aiutando anche l'estrazione mineraria in cerca di profitto La Terra non ha carenze di forme straordinarie: il Monte Everest si erge maestoso sopra le nuvole; il Grand Canyon penetra nelle profondità degli strati rocciosi del deserto; le montagne che compongono le Ethiopian Highlands, una massa massiccia di montagne che costituiscono la più grande area continua della sua altitudine in tutto il continente; è chiamato Tetto dell'Africa a causa della sua altezza e della vasta area che occupa. Tuttavia, questi  fantastici luoghi perdono di valore se confrontati alle drammatiche formazioni che si trovano sotto l'oceano. Accanto alle montagne e alle gole del mare profondo, il Grand Canyon è un semplice fossato, il Monte Everest un pendio di conigli e le Highlands un formicaio sul Corno d'Africa. La forma del fon

Terremoto in Cile, un paese tra i più esposti ai terremoti catastrofici

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Segnaliamo il forte terremoto avvenuto in Cile, con la prima scossa di magnitudo 8.3 alle 8 di ieri sera (ora locale). Chi non l'ha sentita l'ha vista in diretta TV durante il telegiornale nazionale. Per 5 ore ci sono state altre 30 repliche tra i 6 e 7 gradi della scala Richter . Un milione di sfollati e, per fortuna, non troppe vittime ma molti feriti. Secondo gli esperti questo terremoto è stato il più forte dell'anno in corso. La prima scossa, quella più forte, è stata avvertita anche in Argentina. L'epicentro è stato localizzato a 16 metri di profondità nel nord del Paese, a 200 chilometri dalla capitale Santiago. Un terremoto che si è trasformato subito in maremoto, con onde alte fino a 5 metri, dall'Oceano Pacifico all'Atlantico. L'allerta è stata diramata anche in California e Nuova Zelanda. L'allarme tsunami è stato cancellato in quasi tutte le regioni del Cile, ad eccezione di Coquimbo e Atacama, più vicine alla zona dell'epicentro

Australia: 2 milioni di dollari per chi ha idee innovative contro le calamità

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L'Australia ha in mente di offrire 2 milioni di dollari per un programma destinato per promuovere soluzioni creative alle sfide affrontate dalle comunità del Pacifico a seguito di calamità naturali. L'annuncio è arrivato dal ministro degli Esteri Julie Bishop e dal governatore generale Sir Peter Cosgrove, entrambi in visita nella regione del Pacifico. Lo Humanitarian Innovation Challenge è aperto a persone nei settori pubblici e privati, accademici e organizzazioni non governative. Lo scopo intende promuovere nuove idee per aiutare a prepararsi alle calamità naturali, o attenuare la gravità dei loro effetti. Il Ministro degli Esteri australiano ha annunciato il finanziamento per il programma nel corso di una riunione ad Auckland per preparare il vertice umanitario a Istanbul nel maggio del prossimo anno. " Stiamo mettendo 2 milioni dollari sul tavolo, e stiamo invitando la gente a trovare le migliori idee che possiamo poi valutare, ed utilizzare questa esperienz

Con un nome i tremendi cicloni asiatici diventano più familiari

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Gli tsunami non hanno nomi . Dieci anni dopo il terribile tsunami del 2004 in cui sono rimasti colpite le coste di diversi paesi asiatici, tra cui l'India, di quel tragico evento si ricorda solo l'anno della tragedia. Perchè allo tsunami non è mai stato messo un nome, né ai terremoti o alle alluvioni. Probabilmente alla maggior parte delle persone può sembrare assurdo che si mettano dei nomi alle catastrofi naturali. Eppure è stata pratica comune per un po di anni dare nomi a fenomeni naturali di tipo altamente distruttivo come il ciclone. Meno di 15 anni fa, poche persone in India associavano i cicloni ai nomi. I cicloni erano solo terribili tempeste che sorgevano nella Baia del Bengala e colpivano, con una sorta di regolarità maligna, le coste di Andhra Pradesh o Odisha o del Bengala Occidentale, o nel vicino Bangladesh. I cicloni sono stati identificati con l'anno della loro comparsa, e ricordati per la devastazione che hanno causato. Ma sono rimasti senza nome.

Giappone: energia rinnovabile in sosta temporanea

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Mentre la produzione di energia pulita è in aumento, la rete nazionale  non è in grado  di farvi fronte.  Due utility giapponesi, responsabili di circa un quinto della potenza della nazione, stanno lottando per integrare l'energia solare e l'energia eolica nelle loro reti. Okinawa Electric Power e Shikoku Electric Power hanno seguito Kyushu Electric Power, che da energia a quasi 9 milioni di clienti residenziali e business nell'isola meridionale di Kyushu, in una sorta di temporanea sosta per i progetti sulle rinnovabili. La decisione delle tre utility nipponiche rischia di minare la spinta del Giappone di espandere la fornitura di energia rinnovabile. Un forte contrasto con lo sforzo da parte dei responsabili politici che invece vogliono promuovere e incrementare l'energia rinnovabile. Le grandi aziende di servizi del Giappone sono recalcitranti al programma di governo, che offre alle aziende che forniscono queste fonti di energia il diritto di praticare prezz

La spazzatura invade le acque del mondo

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Ogni anno finiscono in mare milioni di tonnellate di rifiuti. I dati sono impressionanti. 6,4 milioni di tonnellate di oggetti di plastica, con lattine di alluminio e imballaggi in polistirolo finiscono ogni anno nelle nostre acque e contaminano l'ambiente. D'estate poi, i consumi si moltiplicano, contribuendo a gettare in mare 58 miliardi di bicchieri e 200 miliardi di bottigliette di plastica che rimarranno intatti per mille anni mentre per smaltire un solo cotton fioc ci vogliono 30 anni e per una sigaretta 5 anni. Il fenomeno è così imponente che tra Stati Uniti e Giappone in seguito a correnti fortissime si è formata una vera e propria isola di plastica e altri rifiuti. Le stime della sua grandezza variano da 700 mila a 15 milioni di chilometri quadrati. Ma questa in realtà è solo una delle isole dei rifiuti del pianeta. Bisogna sapere che l'azione del mare scioglie gli additivi e fa ritornare la plastica allo stato originario: frammenti che si fondano con il p

Dove finiscono i detriti finiti in mare nello tsunami giapponese?

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Per i ricercatori dello  Outreach Specialist at the Gulf of the Farallones, una divisione del NOAA , le conseguenze derivate dal devastante tsunami giapponese di un anno fa, riguardante l'enorme deposito di  detriti trasportati dalle acque del mare chissà dove... è un'opportunità unica di ricerca che non hanno mai visto prima. Una parte delle 25 milioni di tonnellate di macerie girano ora vorticosamente nell'oceano e, come si era già detto in un precedente post , si stanno  facendo strada verso le coste della California. I ricercatori stanno seguendo i detriti trasportati dalle correnti nella speranza di migliorare i loro modelli che si muovono nell'oceano fin dove alla fine si depositano. Ogni anno una media di 14 milioni di tonnellate di immondizia finisce negli oceani del mondo, trascinata da vortici finiscono sulle coste e viene avvicinata da animali marini di cui si cibano o ne rimangono impigliati, spesso con effetto mortale. Ma dove finiscono i detriti fi

Forte terremoto nell'isola di Papua Nuova Guinea.

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Un forte terremoto ha colpito circa 110 chilometri a est di Kandrian nella nazione asiatica nell'isola di Papua Nuova Guinea. Al momento che scriviamo n on ci sono notizie di danni o lesioni a persone. Risulta che a sentire la forte scossa sono state un migliaio di persone , mentre altre  63.000 lo hanno percepito in modo moderato La US Geological Survey informa che il terremoto di magnitudo  6,4  si è verificato qualche ora fa  nella regione dell'isola di New Britain,  372 km a nord est della capitale, Port Moresby.  Il sisma ha colpito ad una profondità di 29 miglia. La regione si trova sulla "Ring of Fire ",  l'anello di fuoco  - una  cintura a forma di ferro di cavallo che si estende per circa 25000 miglia (40.000 chilometri) dal nord ovest della Nuova Zelanda alle Filippine, a nord-est del Giappone, ad est dell' Alaska e a sud dell' Oregon, California, Messico, e la Cordigliera delle Ande nel Sud America.    Circa il 90 per cento dei terremoti

La spazzatura dello tsunami giapponese viaggia verso la California

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Il risultato di ciò che ha causato il terremoto in Giappone di 11 mesi fa, si sta lentamente muovendo verso la California. Tutto quello che abbiamo visto nelle immagini in televisione, cioè case spazzate via dallo tsunami assieme a ponti, alberi, suppellettili e oggetti vari, stimato in 25 milioni di tonnellate di spazzatura si sta muovendo attraverso l'Oceano Pacifico in direzione della California. L'immane spazzatura non va di fretta, sta facendo un giro lento. Si pensa possa giungere sulle coste californiane non prima del 2014. Questo secondo quanto afferma l'oceanografo  Curtis Ebbesmeyer. La spazzatura che lo tsunami ha riversato in mare sta viaggiando a circa 7 mph; ma se un buon vento la colpisce, potrebbe viaggiare fino a 20 mph. Tutto quello che si muove nelle acque non rappresenta solo un mucchio di spazzatura, ma vi sono i resti della vita di tante persone. Persone reali che vivevano nelle case e guidavano le vetture che ora galleggiano nel mare. E come s

Il nucleare che deve scomparire dalla faccia della terra

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Il problema delle centrali ad energia nucleare va di pari passo con la tecnologia, negli utimi anni sempre più avanzata. Per cui, pare davvero inconcepibile che vi siano ancora in circolazione reattori nucleari della I e II generazione, risalenti agli anni '70 e '80. Proprio perchè viene spesso associato alla nefasta esperienza atomica su Hiroshima e Nagasachi, il nucleare civile stenta a imporsi, pur sapendo che l'energia nucleare è pulita e risolverebbe i problemi del pianeta, sempre più alle prese con un effetto serra che si traduce poi in repentini cambiamenti climatici (uragani, siccità, nevicate, nubifragi, piogge, inondazioni...) sempre più d'intensità maggiori. Purtroppo, finchè in circolazione ci saranno ancora vecchie centrali, si capisce perchè il nucleare venga visto con molta preoccupazione. Ad esempio, in Pakistan vi sono due reattori principali utilizzati per la produzione di energia : l'impianto di affinamento sulla costa vicino a Karachi (

Stati Uniti: "il corridoio dei tornado"

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Quantunque gli scienziati di ogni parte del mondo si affannino nella ricerca delle cause climatiche che stanno  imperversando sul nostro pianeta, sinora, risultati soddisfacenti e quindi rassicuranti sono ben lungi dall'essere stati raggiunti.  Dopo il tremendo terremoto in Giappone, che rientra nella logica delle cose poiche quest'isola martoriata  si trova proprio sulla Ring of Fire; dopo lo tsunami mostruoso che ne è scaturito, e che ha fatto spostare l'asse terrestre , dopo le inondazioni, le piogge torrenziali ... ora gli impossibili uragani che hanno devastato gli Stati Uniti da nord a sud , come Georgia e Virginia, e attraverso la fascia dal Michigan all'Alabama, quella chiamata dai meteorologi " Tornado Alley ", il "corridoio dei tornado", perché in questa zona spesso prendono forma e forza questi particolari fenomeni atmosferici a forma d'imbuto. Mai però, i tornado erano stati così intensi e distruttivi. In poco più di 24 ore

Per noi che abbiamo respirato l'aria salubre...

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Non dico tanto per quelli della mia generazione, per noi cioè che sino ad oggi abbiamo respirato in abbondanza "aria salubre "... ma per le nuove generazioni, cioè per i nostri figli e i figli dei nostri figli: prendere oggi una decisione definitiva sull'installazione o no di centrali nucleari nel nostro Paese, potrebbe rivelarsi una scelta affrettata, specie se fatta sull'onda emotiva della disastrosa vicenda di Fukushima. Ritengo che in proposito abbia fatto bene il governo, attraverso il ministro Romani, a fare una scelta di buon senso sull'energia nucleare, in attesa d'un chiarimento in sede europea, visto che la sicurezza dei nostri cittadini dipende dalle centrali nucleari installate  in tutta Europa. Do po la tragedia nella centrale nucleare giapponese, complice un terremoto di violenza inaudita e uno tsunami devastante, adesso, in Europa, negli Usa e in altre parti del mondo, c'è uno stimolo maggiore nell'andare a revisionare tutte quelle ve

Il futuro dell'Europa siede sull'Africa

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ll futuro dell'Europa risiede in Africa, hanno detto gli scienziati alla riunione della scorsa settimana della European Geosciences Union (EGU).  I continenti sono convergenti e per molti milioni di anni, il bordo nordico della placca tettonica africana è scesa sotto l'Europa. Poi, però, questo processo si è arrestato e la massa continentale europea ha imboccato un'altra strada. Se tutto ciò è corretto segnalerebbe l'inizio di nuova zona di subduzione - un evento raro e affascinante dal punto di vista scientifico. Sotto il Mar Mediterraneo, la roccia fredda e densa dell'estremo nord della placca africana è praticamente scivolata sotto la placca eurasiatica su cui l'Europa è seduta. Ma la massa continentale africana era troppo leggera  per seguirne l'esempio e quindi ha cooinciato col discendere. La convergenza lenta - di pochi centimetri l'anno - è stata in parte ostacolato dalla collisione delle due placche più a est, in Turchia, e poi dal fatto

Energia: il risparmio che uccide 3

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Povero Giappone , in balia della violenza mostruosa della natura che lo sta facendo barcollare ripetutamente! Ed in più, un  istante dopo il terremoto (particolarmente efficiente nell'eccitare lo spostamento dell'asse terrestre sia per dove è accaduto e sia per come è avvenuto), lo tsunami ha provocato il disastro alla centrale nucleare di Fukushima e il grande pericolo radioattivo che tuttora incombe, il quale, per colpa anche di altre scosse sismiche di minore forza ma ugualmente terribili che continuano a farsi sentire, ha raggiunto il livello di pericolo da 5 a 7 , cioè il massimo, equiparandolo a quello della centrale nucleare di Chernoby l, anche se, dicono gli esperti, non è prevista una contaminazione generalizzata in quanto le caratteristiche dell'incidente sono completamente differenti.  Nel caso di Chernobyl c'è stata una frattura del guscio di contenimento che ha consentito a tutto il materiale radioattivo d'essere esposto all'ambiente; nel caso

La marina statunitense affronta un nuovo nemico: il cambiamento climatico

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I cambiamenti climatici potrebbero sorprendere la marina statunitense nelle infide acque del mondo. Pertanto, dovrà alzare la sua posta, nella partita in corso contro un disgelo artico prossimo venturo e preparare le basi costiere per far fronte all'innalzamento del livello del mare, conclude una relazione svolta per la marina dal National Research Council (NRC).   Il Congresso degli Stati Uniti può ancora mettere in discussione la scienza del cambiamento del clima, ma il Pentagono già pensa che il cambiamento climatico avrà una notevole influenza sull'ambiente e sulla sicurezza futura. Così riporta il Quadrennial Defence Review Report dello scorso anno. Nel 2009, il capo delle operazioni navali Gary Roughead ha commissionato la NRC di studiare le implicazioni di sicurezza nazionale dei cambiamenti climatici per la US Navy. I risultati di quello studio, pubblicati recentemente, concludono che l'Artide è una sfida chiave per gli Stati Uniti, uno dei cinque paesi che si

Lo tsunami che ha messo in ginocchio il Giappone

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Purtroppo per il Giappone, il fatto di trovarsi sulla "Ring of Fire ", la zona che si estende per tutto il Pacifico dove avvengono circa il 90 per cento dei terremoti nel mondo, lo rende estremamente vulnerabile, sebbene, con tre terremoti al giorno, abbia saputo fare dell'ingegneria antisismica il suo fiore all'occhiello.  Tuttavia, il fatto  che abbia chiesto aiuti internazionali, fa pensare alla gravità di quello che è accaduto sin da quando da noi era l'alba dell'11 marzo. Il piano di soccorso internazionale è scattato subito mettendo in gioco centinaia di navi, automezzi, elicotteri.   Il terremoto, corretto a magnitudo 9 anzichè 8,9, è stato generato dalla rottura di una falla di 500 km di lunghezza.  Tecnicamente, nel Ring of Fire attorno al Pacifico, la placca pacifica, in un processo che si chiama subduzione , fenomeno geologico che ha un ruolo chiave nella teoria della tettonica delle placche, è stata scossa al di sotto della placca nordamericana

Un clima impazzito su metà del pianeta

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Nel giro di due settimane un clima impazzito ha inferto duri colpi su metà del pianeta. Maltempo e caldo infernale si dividono l'Europa, con piogge torrenziali e forti venti che hanno colpito il cuore del vecchio continente, inflingendo danni enormi, con decine tra morti e dispersi e migliaia di sfollati.  A Bogatynia , nel sudovest della Polonia, per i vigili del fuoco, la situazione è apocalittica. E' la terza calamità e alluvioni in quattro mesi per la Polonia.  La Boemia è colpita da disastrose inondazioni. Nella sassone Goerlitz le acque del Nessie sono salite di sette metri, il massimo livello mai registrato. Nel 1981 era arrivato a 6,70 metri. Per i meteorologi le perturbazioni che stanno interessando l'Europa tendono ad allontanarsi, con un graduale miglioramento per ferragosto In fiamme invece mezza Russia, che sta vivendo la peggiore calura degli ultimi 1000 anni. Per fortuna le fiamme dell'apocalittico incendio vicino le centrali nucleari sono state

Vulcano Marsili, il mostro dormiente

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E' il più grande vulcano sommerso di Europa e dista appena 150 chilometri a sud del golfo di Napoli e 70 km. dalle isole Eolie. Le sue fumarole furono riprese nel 1990 da un video-robot di ricercatori americani. Già nel 2005 si diceva che il vulcano Marsili, vecchio due milioni di anni, alto 3000 metri, lungo 70 chilometri e largo 30, potrebbe provocare un terrificante tsunami che investirebbe le coste della Campania, della Calabria e della Sicilia. Adesso anche Enzo Boschi , presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, ha detto che il vulcano è attivo e che potrebbe eruttare all’improvviso poichè ha le pareti fragili e una camera di magma di grandi dimensioni formatasi negli ultimi anni, e che una sua rottura è in grado di generare un'onda molto potente...  Sebbene le indicazioni che sono state raccolte sono precise, è impossibile fare previsioni. Tuttavia il rischio è reale, anche se resta difficile da valutare. Più recente: " Vulcano Marsili: una

Le 10 più terribili catastrofi naturali della storia

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Segnaliamo in data 18 settembre 2015, il forte terremoto avvenuto in Cile, con la prima scossa di magnitudo 8.3 alle 8 di ieri sera (ora locale). L' UPDATE al 18 settembre 2015 lo trovate in fondo al post. ------------------------------------------------- Il recentissimo terremoto in Nepal e lo tsunami in Indonesia del 2004, si aggiungono a questa serie di catastrofi naturali della storia. L'UPDATE al 27 aprile 2015, lo trovate in fondo al post. ------------------------------------------------- 10 -  Tifone Tip I tifoni del Pacifico generalmente sono molto più potenti degli uragani atlantici. Questo, poichè l'Oceano Pacifico ha molto più acqua su cui i tifoni possono raccogliere la loro forza. Il tifone Tip è stato il più vasto e intenso ciclone tropicale mai registrato, con un diametro di  2.220 chilometri.  Fu la novantesima tempesta tropicale, il dodicesimo tifone e il terzo supertifone del 1979. Esso sviluppò la perturbazione monsonica il 4 ottobre 19