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Visualizzazione dei post corrispondenti alla ricerca land grabbing

Banca mondiale: ecco perché in Africa esiste il land grabbing

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Com'è possibile che la Banca Mondiale, il cui compito è alleviare la povertà, anziché opporsi al fenomeno del land grabbing, che ha visto vaste aree di terreni agricoli africani acquistati da investitori stranieri, che costringe lo spostamento delle popolazioni locali a cercarsi un altro posto (chissà dove) dove vivere, per far posto soprattutto alla produzione di biocarburanti di esportazione, con le ovvie conseguenze pregiudizievoli per i diritti umani e la sicurezza alimentare, legittimi questa prassi dando credibilità alle acquisizioni di terra, e suggerendo che la terra occupata può essere "regolata" con misure atte a mitigare gli impatti negativi? Eppure, il  gruppo di sviluppo globale Oxfam, in un rapporto pubblicato il 3 ottobre 2012, nel voler  garantire che tali pratiche non incoraggino troppo l'acquisizione di terre da parte di paesi stranieri., h a invitato la World Bank ad una revisione sulle politiche territoriali invitandola a sospendere i finanz

Il lato devastante del land grabbing

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Si chiama land grabbing, ovvero saccheggio del territorio. Un fenomeno crescente in Africa ma anche in altre zone svantaggiate del mondo in cui le popolazioni non riescono a fermare la posizione straniera delle proprie risorse. Adesso però sta nascendo una nuova consapevolezza e persino i popoli indigeni di Panama cercano di ribellarsi. Violazione dei diritti unami, mancanza di assenso libero e preventivo e poi contratti iniqui, affitti irrisori, vendita di terreni in cambio di promesse di posti di lavoro e nuove infrastrutture ma anche assenza di studi adeguati sull'impatto ambientale. Dietro al " land grabbing ", l'accaparramento di terre nei paesi a sud del mondo c'è tutto questo. La corsa all'acquisto senza regole sale nel biennio 2007-2008 per la crisi dei prezzi, ma le multinazionali, solamente in Africa, dal 2000 ad oggi si sono aggiudicate una superficie pari a 8 volte la Gran Bretagna. Il land grabbing fa male a tutti ed è un esempio di un eg

Land grabbing: un problema urgente per le comunità indigene di tutto il mondo

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Interessante questo articolo sul land grabbing e le comunità indigene, in cui, in molti casi, si denunciano stati o corporazioni che hanno preso o sfruttato terre legalmente protette, per portarvi le industrie del disboscamento, dell'estrazione mineraria, del fracking e dell'agricoltura intensiva, le quali recano inquinamento e malattie alle comunità e alle terre, acque e popolazioni adiacenti. Circa 2,5 miliardi di persone in tutto il mondo, compresi 370 milioni tra le comunità indigene, dipendono dalla terra e dalle risorse naturali ivi detenute, utilizzate e gestite collettivamente. Ciò significa che un terzo della popolazione mondiale è vulnerabile all'accaparramento di terre da parte di attori più potenti. Come afferma la campagna “ Land Rights Now ”, le popolazioni indigene proteggono oltre il 50% della superficie terrestre del mondo, ma formalmente gli viene riconosciuta la proprietà solo per il 10%. Lo United Nations Declaration on the Rights of Indigeno

Land grabbing: anche l'acqua è entrata nel mirino

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La crescita della popolazione mondiale comporta maggior cibo e acqua per tutti. Forse è per questo che grandi corporazioni e investitori dei paesi ricchi si stanno accaparrando terreni agricoli stranieri e i vantaggi di acqua dolce che ne derivano. Dal Sudan all'Indonesia, la maggior parte della terra si trova nelle regioni povere, così gli esperti avvertono che questo diffuso acquisto potrebbe ampliare il divario tra paesi sviluppati e in via di sviluppo. L'acqua depredata dalle corporazioni ammonta a 454 miliardi di metri cubi l'anno a livello globale, che corrisponde a   circa il 5 per cento dell'acqua che si utilizza annualmente nel mondo.  Gli investitori provenienti da sette paesi – Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti, India, Regno Unito, Egitto, Cina e Israele – rappresentano il 60 per cento  dell'acqua acquisita in questi affari.  La maggior parte degli acquirenti sono investitori nel campo dell'agricoltura, dei biocarburanti e del legname. Alcun

Camerun: si svolge il primo forum sul land grabbing

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E' in corso oggi e domani in Camerun " The 1st Africa Land Forum ", il forum della terra in Africa, continente che dopo il cibo e la crisi finanziaria del 2008 e 2009, è al centro di acquisizioni su larga scala. Il forum si propone di sottolineare come quelle offerte condizionano le popolazioni indigene. La Convenzione del 1989 sui Popoli Indigeni e Tribali dice i governi "devono rispettare l'importanza speciale per le culture - e i valori spirituali dei popoli interessati. Del loro rapporto con le terre o territori che occupano ..."Il trattato aggiunge che "i diritti di proprietà e possesso... devono essere riconosciuti". Gli organizzatori del  "The 1st Africa Land Forum " dicono che tali diritti non vengono riconosciuti in molti paesi, tra cui il Camerun paese ospitante. Tuttavia, il fenomeno del land grabbing (le grandi acquisizioni di terra) è un obiettivo primario di questa terra. Si stima che ci siano 350 milioni di persone

Via dall'obbrobrioso fenomeno del land grabbing

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Nell'ultimo decennio ( e in particolare nel corso degli ultimi quattro anni) i paesi ricchi hanno sempre più mediato offerte per enormi distese di terreni agricoli a prezzi stracciati nei paesi in via di sviluppo, installando aziende agricole su scala industriale, ed esportato i frutti dei terreni per mero  scopo di lucro. Secondo il gruppo antifame Oxfam International, oltre il 60 per cento di questi "terreni depredati" si verificano nelle regioni con gravi problemi di fame. Due terzi degli investitori prevedono di spedire tutti i prodotti che producono fuori dal paese sul mercato globale. E siccità, picchi dei prodotti alimentari e del prezzo del petrolio, oltre ad una popolazione mondiale in crescita hanno reso la ricerca di terreni coltivabili più urgente, e gli investimenti ancora più seducenti. In quello che un recente studio del Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) caratterizza come una "nuova forma di colonialismo", investitori

Cambogia: violenze, ruberie e land grab per il legno pregiato

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Da qualche tempo in Cambogia si sta intensificando la distruzione delle foreste tropicali, tanto che gli abitanti dei villaggi interessati e gli attivisti di questa povera piccola nazione del sud-est asiatico, non fidandosi della polizia locale dove i casi di corruzione abbondano, si sono uniti per difendere le preziose risorse del loro paese. Ma così facendo, stanno diventando obiettivi per uccisioni, persecuzioni, violenze da parte di potenti interessi privati ​​che traggono profitto dal commercio del legname. Secondo  UN’s Food and Agriculture Organization , circa 2,8 milioni di ettari - un'area più o meno vasta come il Belgio - è stato perso tra il 1990 e il 2010. Questa ruberia senza scrupoli è stata scoperta quando la moglie di un giornalista aveva denunciato alla polizia locale la scomparsa del marito. Tre giorni dopo, era l'11 settembre, nel bagagliaio di una automobile, abbandonata in una remota piantagione di anacardi, fu scoperto il cadavere di un giornalist

Crisi economica e assalto alle terre africane

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Oltre 40 milioni di ettari di terreno è stata acquisita nei paesi in via di sviluppo per la produzione di biocarburanti negli ultimi dieci anni. Questo è quanto segnala un nuovo studio pubblicato dalla International Land Coalition. La ricerca ha esaminato esclusivamente grandi acquisizioni di terre tra il 2000 e il 2010. Ammontano a 200 milioni di ettari di terreno, di cui gli autori sono stati in grado di discernere l'intento per 71 milioni di ettari. Sorprendentemente il rapporto, intitolato “Land Rights and the Rush for Land: Findings of the Global Commercial Pressures on Land Research Project” (diritto fondiario e assalto alla terra: I risultati delle pressioni commerciali globali sul progetto di ricerca della terra), ha rilevato che la produzione di cibo è stato solo al centro di meno di un quinto della quantità di terre. Quasi il 60 per cento era destinata ai biocarburanti. Il rapporto dice che mentre i grandi investimenti in agricoltura possono portare benefici "

Land grabbing senza pietà tra le tribù indigene del Borneo

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Nelle immagini del 1980 i perizoma indossati dalle tribù indigene del Borneo scioccarono il mondo e le loro proteste catturarono l'attenzione dei media, ma solo momentaneamente. In tutto questo spazio di tempo le foreste del Borneo hanno continuato ad essere distrutte a ritmi rapidi, minando le comunità tradizionali che dipendono da questi ecosistemi per il cibo, il riparo, le medicine, l'acqua pulita, e l'ispirazione spirituale, cose che per le tribù nomadi sono ormai solo un lontano ricordo. Ancora oggi in Borneo , altri gruppi tribali continuano a lottare per le loro foreste, cercando il riconoscimento legale delle loro terre e il blocco dei progetti distruttivi, tra cui le piantagioni di olio di palma, le operazioni di registrazione delle terre e i progetti idroelettrici di grandi dimensioni. Aiutare queste popolazioni è quanto si propone The Borneo Project, una ONG di Berkeley che lavora in partnership con le comunità indigene e le piccole associazioni non-profit

La fame in Africa, terra di abbondanza

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La fame nel mondo e soprattutto in Africa è il grosso problema d'affrontare.  Globalmente, 108 milioni di persone si sono trovate ad affrontare la crisi alimentare nel 2016, rispetto agli 80 milioni del 2015. Un aumento del 35%, secondo la Global Report on Food Crises del 2017. Altre 123 milioni di persone sono state "segnalate", contribuendo a circa 230 milioni di persone malnutrite nel 2016, di cui il 72% nella sola Africa. I livelli più alti della fame si registrano nell'Africa sub-sahariana (SSA) secondo il Global Hunger Index 2016 . Il numero di persone "denutrite" o affamate in Africa è aumentato da circa 182 milioni nei primi anni 90 a circa 233 milioni nel 2016 secondo la FAO , mentre il numero globale è diminuito da circa un miliardo ad approssivamente 795 milioni.  Questa è un'ironia crudele per l'Africa, poiché molti paesi del continente hanno la più alta percentuale di superficie coltivabile. Secondo una relazione FAO del 201

Africa: furti di di terra

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Disperati per gli investimenti esteri e la promessa di sviluppo, i governi africani stanno sempre più offrendo agli stranieri quello che per loro è molto caro: la loro terra. Il risultato del fenomeno noto come "land grabbing " ha visto milioni di persone sfollate, agitazioni, e povertà ancora più grande. Questo furto di terra o land rush ha avuto inizio seriamente un decennio fa, ma ha avuto un forte slancio nel 2008, con la speculazione sui prezzi alimentari tramutatosi in un aumento della fame, creando la crisi finanziaria in corso, e un aumento della domanda di biocarburanti. Il furto delle terre fa gola a investitori, governi, o società, che acquistano in leasing vaste tracce di terre coltivabili al fine di esportare i prodotti di ritorno nei loro paesi, o semplicemente per speculazione finanziaria. Il fenomeno è più diffuso è nell'Africa sub-sahariana, così come in Brasile e in Russia, e i paesi esteri maggiormente coinvolti nel rivendicare la terra sono Cina,

L'amuleto della libertà 6 - racconto sul web

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PARTE PRECEDENTE Durante il viaggio di ritorno dalla casa di campagna di Truman, il tempo subì un peggioramento e ciò, dopo aver dovuto rinunciare con enorme dispiacere alla partita programmata, rese più eccitante e avventuroso il prosieguo della giornata. Ondate di acqua si rovesciavano sulla strada nel tratto in salita che conduceva al castello e il  pulman  dovette rallentare notevolmente l’andatura per evitare qualsivoglia incidente.   I ragazzi, con gli occhi puntati sulla strada, seguivano con apprensione il procedere del viaggio, che in quelle condizioni pareva non finire mai.  Così non si ebbe voglia di pensare all'amuleto o a quello che era riuscito a vedere  Maciste  finché non si arrivò a destinazione. Se ne parlò in camerata dopo cena, tutti riuniti attorno all'imprevedibile guaglione, il quale se ne stava con il volto compiaciuto sdraiato sul letto con le braccia sotto la testa.   «Dai raccontaci!» lo pregò Margaret sedendosi sul bordo della bran