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Archeobatteri negli oceani: grande fonte di gas serra

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Negli oceani c'è una fonte di gas serra, organismi unicellulari molto primitivi, i cosiddetti archeobatteri (Archaea) , che rappresentano il 35% dei batteri degli oceani. Questi batteri primitivi sono già riconosciuti come dissipatori di grandi quantità di metano negli ecosistemi bentonici ecosistemi bentonici (costituiti da tutte le specie animali e vegetali che vivono ancorate a fondi duri, all’interno dei sedimenti o che si muovono in prossimità del fondale) . E' il risultato di uno studio americano pubblicato su "Science ". Gli archeobatteri producono quantità significative di ossido di azoto (più degli altri batteri marini ) digerendo l'ammoniaca di cui si nutrono. La scoperta è stata fatta in laboratorio.     L'ossido di azoto è uno dei gas responsabili della distruzione dell'ozono in atmosfera. Gli organismi che vivono negli oceani ne producono il 30%.    Immagine: jackevolv.wordpress.com

E' l'E-Cat l'invenzione che potrebbe risolvere i problemi energetici del mondo?

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Il "catalizzatore di energia" (E-Cat) è un dispositivo che è stato segnalato da due scienziati italiani in grado di risolvere i problemi energetici del mondo per mezzo di una reazione di fusione nucleare. Andrea Rossi e Sergio Focardi hanno recentemente sostenuto lo sviluppo di un dispositivo (il "catalizzatore di energia" o "E-Cat") in grado di produrre energia utile da reazioni di fusione nucleare a bassa temperatura. Se fosse per lavorare come riferito, l'E-Cat sarebbe una vera rivoluzione non solo nella scienza, ma anche nella vita quotidiana. Avremmo un semplice dispositivo in grado di produrre un sacco di energia a basso costo senza generare fenomeni di inquinamento significativi e potremmo dire addio alla crisi energetica e al riscaldamento globale. Purtroppo , ci sono seri dubbi su queste affermazioni. Nella figura sopra (da un lavoro di Peter Ekstrom ) si vede uno dei problemi con la E-Cat: il filo del vapore prodotto dal disposi

Somalia: le strade della morte

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Ritorniamo su questo argomento perchè è davvero  inconcepibile che tutto ciò accada nel XXI secolo. Il mondo non può permettersi di stare a guardare quello che accade nel Corno d'Africa , dove la carestia che ha colpito la regione si aggrava sempre più. Ieri a Roma Josette Sheeran, direttore esecutivo del United Nations World Food Programme (PAM) ha detto in una conferenza stampa che la combinazione di catastrofi naturali e conflitti regionali ha colpito più di 12 milioni di persone. Tutti i centri in grado di distribuire cibo sono sopraffatti e il campo di Dadaab in Kenya, che è stato costruito per 90.000 persone ora ne ospita 400.000. Vogliamo verificar e, dice la Sheeran, che le forniture sono presenti lungo la strada, perché alcune di queste stanno diventando le strade della morte, dove le madri si trovano a dover abbandonare i loro figli che sono troppo deboli per affrontare il viaggio o che sono morti lungo la strada. I più colpiti, come sempre, sono donne bambini,

Congo e Ruanda: il ritorno dei gorilla nel loro habitat naturale

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Per lungo tempo il grande bacino del fiume Congo è stato protagonista di conflitti terribili che hanno causato tra Ruanda e Zaire milioni di morti. Ora, per fortuna, vige un periodo di tranquillità e questi paesi stanno collaborando affinchè, grazie alla loro natura particolare, possa rinascere un turismo di qualità. Per cui, adesso, il problema dei cacciatori di frodo, che approfittando dei disordini del passato hanno potuto praticare un maggior bracconaggio oltre che distruggere l'habitat della foresta e sequestrare i gorilla di montagna (ne sono rimasti circa 700 ) , viene affrontato in maniera più convincente. Un grande risultato è stato quindi il salvataggio di 6 orfani di gorilla femmina di età compresa tra 5-8 anni, sottratti ai bracconieri e curati in una struttura temporanea in Kinigi, Ruanda.  Tutti questi giovani gorilla sono stati vittime del bracconaggio e hanno perso i loro gruppi o famiglie. In una straordinaria collaborazione di conservazione tra Ruanda e Repub

Hubble scopre una quarta luna attorno a Plutone

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Il telescopio spaziale Hubble ha scoperto una piccola quarta luna in orbita intorno al pianeta ghiacciato Plutone. Il telescopio spaziale era alla ricerca di anelli attorno allo stravagante pianeta ai margini del nostro sistema solare, quando si è imbattuto su una piccolissima luna, con un diametro stimato di 8 a 21 miglia, a cui è stato dato il nome provvisorio P4, come la loggia segreta di cui si parla tanto in Italia. La più grande luna di Plutone è Caronte, con 648 miglia di diametro, seguite dalle altre due lune, Nix e Hydra, grandi all'incirca da 20 a 70 miglia di diametro. " Trovo singolare che le telecamere di Hubble ci hanno permesso di vedere un oggetto così piccolo in maniera così chiara ad una distanza di oltre 3 miliardi di miglia (5.000 milioni km) " ha dichiarato Mark Showalter del SETI Institute di Mountain View, in California, che ha guidato questa programma di osservazione con Hubble. L'osservazione di Hubble fa parte dei lavori in corso a so

Drammatica cattura di un leopardo selvaggio nel Bengala

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Un leopardo selvaggio che ha dilaniato 11 persone in uno scontro feroce con gli abitanti di un villaggio indiano è morto dalle ferite riportate da armi da taglio dopo la cattura. Il ringhiare del leopardo maschio adulto si è scagliato contro la gente del posto e i funzionari della polizia forestale, mentre cercavano di guidarlo verso un santuario di fauna selvatica nell'ovest del Bengala. La gente del villaggio ha tentato di scacciarlo con coltelli, pietre e bastoni, ma il gattone selvatico è riuscito a ferire sei abitanti del villaggio, un poliziotto e quattro guardie forestali, prima di essere colpito con una pistola tranquillante. Kanchan Banerjee, guardia forestale del  Sukna Wildlife Range, ha dichiarato: "L'animale si è avventato su una guardia forestale quando cercava di tranquillzzarlo, ferendolo gravemente per poi dileguarsi dal luogo per rifugiarsi nei cespugli in fondo. del villaggio". Poi il leopardo è andato su tutte le furie costringendo gli abitan

Una carestia senza precedenti infierisce sul Corno d'Africa

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Una grave siccità , la più grave degli ultimi 60 anni, secondo le Nazioni Unite, ha colpito due regioni della Somalia meridionale, il Bakool meridionale e Lower Shabelle. Entrambe le regioni sono sotto il controllo dei militanti di Shebab, legato ad Al-Qaeda, che ha concesso l'ingresso degli aiuti umanitari. Le Nazioni Unite hanno dichiarato lo stato di carestia in Somalia, con molte altre regioni a rischio nei prossimi mesi nel Corno d'Africa a causa della siccità che colpisce più di 10 milioni di persone. Migliaia di somali sono fuggiti per cercare rifugio nella vicina Etiopia e Kenya, dove nel solo campo profughi di Dadaab, il più grande al mondo, ne arrivano 1400 al giorno. Attualmente Dadaab ospita circa 380.000 persone, quattro volte in più della sua capacità originale. La fame sta minacciando quasi 4 milioni di persone, soprattutto bambini. Ogni giorno ne muoiono 6. Servono oltre un miliardo di dollari per far fronte alla carestia. I paesi colpiti in tutta la r